Nato a Budapest nel 1923, l'architetto franco-ungherese Yona Friedman si è a lungo occupato dei conflitti tra le libertà individuali e l'organizzazione spaziale nella città. Friedman è un pensatore libertario che ha coniugato la ricerca sui temi della flessibilità e dell'autocostruzione in architettura con più ampie riflessioni in ambito sociologico, filosofico e artistico. Uno dei suoi testi più noti, «utopie realizzabili», è stato ora tradotto in italiano (Quodlibet, 14 euro, 232 pagg.), e viene presentato stasera alla libreria Tikkun (v. Montevideo 9, ore 19). Intervengono Stefano Boeri, Vittorio Gregotti e Hans Ulrich Obrist, in collegamento con lo stesso Friedman, da Parigi.