Recensioni / Siamo tutti ingegneri ecologici

Biologia teoretica è un libro degli anni venti del Novecento. Da allora la biologia ha visto così tanti e rapidi progressi che è difficile enumerarli: il costituirsi, negli anni trenta, della Sintesi moderna, ovvero della teoria dell`evoluzione così come la conosciamo; il sorgere della genetica delle popolazioni; la nascita della biologia molecolare (James Watson, Francis Crick e Maurice Wilkins identificano, sulla base dei dati di Rosalind Franklin, la struttura del Dna nel ‘53).

Ha senso leggerla oggi? Sono convinta di sì, e nell’enumerare una serie di ragioni a sostegno di questa convinzione diventerà chiara l`importanza dell’operazione di Luca Guidetti, che ha reso finalmente disponibile questo testo in lingua italiana, fornendone una traduzione accurata e corredandolo sia di utili note esplicative, sia di un saggio iniziale fondamentale per la collocazione del testo nel panorama filosofico e scientifico dell’epoca. Von Uexküll non è un autore facile, e per leggerlo occorrerebbe conoscere bene almeno Kant, ma anche Goethe e Leibniz, Müller e von Helmholtz, oltre che ovviamente Darwin e Lamarck. Guidetti riesce nell’impresa che richiederà un po’ di fatica al lettore, ma ne sarà valsa la pena – di fornire gli elementi necessari per comprendere i riferimenti che stanno alla base della Biologia teoretica di von Uexküll, i suoi modelli, come quei "naturalisti dotati di un talento intuitivo – come fu in massima misura Goethe", e i suoi obiettivi polemici, come il "molto meno dotato dal punto di vista intuitivo" darwinismo.

Se alcuni dei presupposti filosofici di von Uexküll possono lasciarci perplessi (penso qui al fenomenismo kantiano applicato alla biologia: "Ogni realtà è apparenza soggettiva – questo deve costituire la grande e fondamentale conoscenza anche della biologia" leggiamo nell’Introduzione), è in biologia e in filosofia della biologia che le sue intuizioni sono da un lato pionieristiche (possiamo considerare von Uexküll un precursore tanto dell’ecologia quanto dell’etologia e della biosemiotica), dall’altro decisamente attuali.

Per lo zoologo e fisiologo estone, gli animali non sono "macchine fisico-chimiche"; sono invece il risultato di una forza interna che si svolge secondo un piano morfologico, e non sottostanno meramente alle leggi della fisica, bensì sono soggetti alle loro proprie leggi, rivelando una autonomia che li costituisce come soggetti. In questa visione antiriduzionistica, la biologia trova come suo naturale interlocutore la filosofia. L’esigenza di questo dialogo è testimoniata oggi, in ambito accademico, dal crescente interesse per la cosiddetta "filosofia della biologia"; nel nostro quotidiano, dal fatto che buona parte degli oggetti di studio della biologia e dell`ecologia ha un impatto sulle nostre esistenze che richiede una riflessione più generale, investendo l`ambito dell`etica e della politica.

Uno dei temi principali nel dibattito biologico e di filosofia della biologia odierne riguarda la richiesta, da parte di molti autori, di una "estensione" della Sintesi moderna, così da tener conto dei risultati di discipline come l’ecologia e la biologia dello sviluppo. Rileggere Biologia teoretica alla luce di questo dibattito è illuminante. Von Uexküll è critico feroce del darwinismo. Eppure non è un antievoluzionista come a prima vista potrebbe sembrare.

Il suo problema principale è che la selezione naturale con le sue mutazioni casuali spazza via la "conformità a un piano" che gli organismi manifestano nel corso del loro sviluppo. E questa, privata di ogni afflato teleologico, è proprio una delle richieste che i sostenitori della Sintesi estesa avanzano: che la teoria dell’evoluzione per selezione naturale tenga conto anche dei risultati della biologia dello sviluppo. Oltre che – e questa è invece l’istanza principale degli ecologi – di una considerazione maggiore della attiva e costante interazione tra organismi e ambiente. Come mostrano le teorie della nicchia ecologica delle quali von Uexküll può a buona ragione esser considerato un precursore, gli organismi, umani e non, sono ingegneri ecologici: con le loro attività modificano costantemente l`ambiente che viene ereditato dalle generazioni successive e da altre specie, influenzando così le pressioni selettive alle quali esse verranno sottoposte.

Con lo sviluppo dell’ecologia degli ecosistemi a partire dagli anni trenta del Novecento, è diventato chiaro che le specie abitano attivamente i loro ambienti, alterandoli nel bene e nel male, dando origine a sistemi le cui parti influiscono le une sulle altre. I castori edificano dighe e canali, causando isolamenti geografici tra popolazioni di altre specie o la possibilità di una loro mescolanza genetica; noi costruiamo autostrade e impianti idroelettrici e ostacoliamo le rotte migratorie di altri animali; la temperatura marina aumenta di pochi gradi e le zooxantelle abbandonano i coralli con i quali sono in simbiosi mettendo in pericolo l’esistenza delle barriere coralline. Come testimoniano la Convenzione per la diversità biologica firmata a Rio de Janeiro nel 1992 o la recente Conferenza sul clima di Parigi, sono questi i temi su cui ci dobbiamo confrontare oggi, e se leggere von Uexküll non aiuterà a risolvere il problema di certo ce lo farà comprendere un po’ meglio.