Recensioni / L'«altro» MAXXI, l'architettura è qui

Documenti, carte, progetti, disegni e modellini di 85 tra progettisti e ingegneri

Il mistero è stato svelato, e messo nero su bianco. Un volume presentato l'altro giorno elenca tutto ciò che, nel campo dell'architettura, è raccolto negli archivi del MAXXI, il museo nazionale del Contemporaneo. Ottantacinque architetti (con qualche ingegnere) con le loro carte, i progetti, i loro disegni, i modellini (156). Ma anche centinaia di documenti che parlano dei concorsi più importanti, delle committenze più significative, di idee culturali nell'ambito dell'urbanistica e dell'architettura. Un vero e proprio «tesoro» per chi vuole studiare una bella fetta del Novecento e questi anni dell'oltre Duemila. I segreti del backstage dell'arte del costruire assemblati con ordine tematico da Margherita Guccione, responsabile per il settore Architettura del museo. Il MAXXI dei magazzini sotterranei, il MAXXI nascosto che ogni tanto sale alla luce dei sinuosi spazi interni creati da Zaha Hadid per mostre, istallazioni e performance. Ecco a democratica disposizione di tutti l' «altro MAXXI» esaltato da Paolo Portoghesi che sottolinea l'importanza degli archivi, e non solo di architettura: «L'archivio è uno strumento neutro di conoscenza, aiuta a capire senza preconcetti, liberamente, senza proporre un giudizio su quello che mostra». Il progettista della Moschea ha donato in questi giorni al museo una gran parte del suo archivio professionale, confermando l'anticipazione data dal «Corriere» tempo fa.

È dal 1999 che il Maxxi, la cui sede in via Guido Reni è stata realizzata successivamente, raccoglie materiale documentario proveniente dagli studi di importanti progettisti del secondo Novecento, da Carlo Aymonino a Pietro Barucci, da Giancarlo De Carlo a Carlo Scarpa, da Sergio Musmeci a Aldo Rossi, da Sacripanti (e i suoi allievi Purini e Thermes) a Paolo Soleri a Nervi, a Piano, a Anselmi, a Tommaso Valle, a Passarelli, a Fiorentino e tanti altri, cinquanta tra i nomi più prestigiosi della progettazione architettonica italiana. Completano il quadro una trentina di maestri stranieri come Toyo Ito, Campo Baeza, ovviamente la Hadid, i Campana.

Il catalogo delle Collezioni del MAXXI, edito da Quodlibet, fa compiere al museo un passo avanti nel suo ruolo, in costruzione, di centro culturale nazionale. Studiosi, studenti e un pubblico sensibile all'architettura potranno avere a disposizione uno sguardo completo e d'insieme dei linguaggi più significativi della progettazione italiana sviluppando impegni di ricerca e perfino di sperimentazione. Sia Portoghesi sia Luca Molinari, storico dell'architettura, concordano sulla necessità, per il museo, di promuovere, anche attraverso questa iniziativa editoriale, un più vivo confronto di idee tra progettisti e tra gli stessi architetti e un pubblico interessato. Dopotutto il MAXXI è nato per questo: per studiare il passato, verificare il presente e immaginare il futuro dell'arte e dell'architettura.