Recensioni / Carla Lonzi, tra critica e femminismo

Nel 1970, Carla Lonzi (1931-1982) abbandona la critica d'arte per dedicarsi anima e corpo al femminismo. Con Carla Accardi ed Elvira Banotti fonda Rivolta femminile e ne scrive il manifesto. Da quel momento in avanti, d'arte e di artisti non scriverà più. L'esperienza l'ha convinta che «la critica è potere», che consiste in «un vero e proprio progetto di falsificazione». Laura Iamurri, studiosa autorevole e appassionata della Lonzi, ritiene che la radicalità di quella rottura abbia nascosto i molti tratti di continuità che invece esistono tra la sua attività critica e il femminismo. Ne ricostruisce il percorso, dalla formazione con Roberto Longhi, a Firenze nei primi anni Cinquanta, fino all'uscita di Autoritratto, nel 1969, il libro militante che riporta, montate in modo "creativo", le conversazioni con 14 artisti, tra cui Giulio Paolini, Luciano Fabro e Pino Pascali, registrate tra il 1965 e il 1969. Alla fine, la tesi è dimostrata: nel viaggio non convenzionale, ma sempre coerente di Carla Lonzi «tutto passa per il rapporto con l'arte e con gli artisti», primi tra tutti la compagna nella rivoluzione Carla Accardi e il compagno nella vita Piero Consagra.