Recensioni / Musica tory vs. arte whig

Ben diversamente possono andare le cose se, come ha fatto di recente Mariella Milan in Milioni a colori. Rotocalchi e arti visive in Italia 1960-1964, ci si concentra su un particolare e lo si scruta con la lente di ingrandimento che è quella della ricercatrice vera. Lo sguardo della storica dell’arte specializzata nella stampa di attualità procede da un punto di osservazione che è volutamente di sbieco e indugia su fenomeni che a tutta prima potrebbero sembrare marginali – i rotocalchi, l’illustrazione, le cosiddette arti minori. La forza di quello sguardo consiste nel procedere in maniera abduttiva. Osserva un particolare, un fatto sorprendente, segue una regola e poi fa un’ipotesi: i rotocalchi hanno giocato un ruolo fondamentale nel forgiare il gusto per l’arte contemporanea dell’italiano e dunque il suo desiderio di investire in arte.
I casi-studio analizzati sono tanti, ma ci soffermeremo su uno. Il 9 maggio 1963 Epoca bandisce un concorso intitolato 10 quadri d’autore per voi. Tra tutti i lettori che entro il 25 maggio di quell’anno invieranno un tagliando staccabile dall’interno della rivista, dieci fortunati vinceranno un dipinto firmato da uno dei dieci giganti dell’arte del Novecento: Renato Guttuso, Umberto Lilloni, Carlo Carrà, Mario Sironi, Fiorenzo Tomea, Pio Semeghini, Domenico Cantatore, Aligi Sassu, Orfeo Tamburi, Filippo De Pisis.