Fuggire dal mondo, vivere in solitudine, abbandonare le tentazioni del vivere pubblico: un desiderio che, al giorno d’oggi, è impossibile da realizzare. Le storie degli antichi eremiti in un libro di Cavazzoni.
Ermanno Cavazzoni ha recentemente pubblicato per Quodlibet, nella collana Compagnia Extra, Gli eremiti del deserto, una raccolta di storie di eremiti vissuti tra il III e il V secolo dopo Cristo nelle zone dell’attuale Medioriente. Sono ritratti di uomini molto diversi tra loro c’è Apollonio, che adopera il suo patrimonio per acquistare generi di conforto per i malati; oppure Macario il giovane, che si ritira nel deserto per espiare la colpa di un omicidio commesso involontariamente e ringrazia Dio per questo suo destino. C’è Evagrio Pontico, abilissimo nel confutare le eresie, ma che si ritrova spesso preda dei fermenti della sua età; oppure Elia, che si prende a cuore le sorti di un gruppo di vergini molto litigiose. Ciò che tiene insieme vicende così diverse sembra essere il desiderio di fuggire dal mondo, di vivere in solitudine, di abbandonare le tentazioni del vivere pubblico. Un desiderio che, al giorno d’oggi, potrebbe apparire ancora più urgente, se non fosse una faccenda così impossibile da realizzare, perché “un eremita oggi sarebbe soggetto al fisco, e l’eremitaggio una professione con iscrizione all’albo professionale, il reddito e le spese da documentare, e i moduli da compilare con l’ausilio di almeno un commercialista”. Nonostante queste premesse, la leggerezza che percorre questi racconti deriva anche un po’, forse, dalla speranza di poter trovare, ancora oggi, una qualche maniera per scappare, per rimanere fuori da tutto, un po’ come riuscì a fare come Ammonio che, in seguito dai credenti che volevano farlo vescovo, decise di tagliarsi un orecchio pur di scampare da un destino che non gli apparteneva.
Come nasce l’idea di fare un libro su degli eremiti del deserto?
Mi sono sempre piaciute queste vite. Sono i primi resoconti del III, IV e V secolo dopo Cristo, resoconti di eremiti che hanno un fondo di verità. Dentro ci sono varie esagerazioni, o mitizzazioni, che le rendono molto curiose, e anche invidiabili. E forse è questa l’attrazione che ho sempre avu- to nei loro confronti: l’idea di poter scappare dal consorzio umano, di stare per proprio conto, di dedicarsi ai propri pensieri.
Questi uomini, spesso tanto diversi tra loro, che hanno tentato la via dell’eremitaggio, hanno in comune, mi pare, l’idea di fuga dal mondo, che però viene quasi sempre frustrata. In effetti, a fuggire, non ci riescono quasi mai, sono costantemente rincorsi dalla loro fama.
Verissimo. Questa è la vita di Ilarione soprattutto; è come se tutta la sua solitudine fosse una calamita. Lui gira, vaga per il Mediterraneo, sempre inseguito dal suo seguace, dal suo assistente, o dai credenti che ne fanno un santo, che vogliono guarigioni, miracoli. Oppure di san Girolamo, che racconta alcune di queste vite di eremiti. Ma san Girolamo stesso, che è il traduttore della Bibbia, va nel deserto e anche lì, si legge nelle lettere che scriveva, è ossessionato da personaggi della gerarchia della Chiesa, soprattutto d’Oriente, che lo inseguivano per sottoporgli problemi tutto sommato politici o teologici, mentre lui voleva dedicarsi alla traduzione e all’ascesi. Il deserto è un luogo un po’ mitico, ideale, in cui si scappa, ma in cui poi non si è mai soli neanche lì, perché o si è inseguiti dai credenti o si è inseguiti dai demoni che popolano abbondantemente questi deserti; si è sempre attorniati da qualcosa.
Capisco che oggi, lo scrive nella premessa al testo, non sarebbe possibile la strada dell’eremitaggio, ma non è davvero più possibile scappare? In nessun altro modo?
Questo è uno dei guai della nostra società contemporanea, del secondo Novecento, che siamo sempre connessi in qualche maniera, siamo soffocati dall’apparato statale, da internet, da tutti questi infiniti modi di tenerci legati, nonostante poi, in realtà, essere più soli che mai, come mai lo siamo stati, senza più essere legati alla comunità. Anzi, si va sempre più verso la situazione di un individuo chiuso nella propria casa, ma circondato da mille demoni che sono le televisioni, internet, i telefonini, le tasse con tutti gli incartamenti che arrivano, le scadenze che uno ha... cosa che, credo, così intensa non ci sia mai stata.