Recensioni / Case di storia, case di memoria

Partiamo da una considerazione che potrebbe apparire banale: i cimiteri sono luoghi che raccontano la storia. Non solo quella personale di chi vi è sepolto ma anche quella di un dato periodo storico, ne emergono peculiarità e caratteristiche, gusti architettonici e concezioni culturali. I cimiteri si rivelano come luoghi di testimonianza attiva del cammino percorso da una società lungo i secoli. Queste considerazioni valgono anche – forse soprattutto – per i cimiteri ebraici e lo si comprende con grande nitidezza sfogliando le pagine dell'opera dell'architetto e storico dell'architettura Andrea Morpurgo, Il cimitero ebraico in Italia – Storia e architettura di uno spazio identitario (Quodilibet). Ferrara, Ancona, Firenze, Milano, Roma, una mappa geografica della presenza ebraica sparsa per la penisola che Morpurgo rivela attraverso una trattazione sistematica, delineando un quadro della situazione passata ed attuale dei cimiteri ebraici italiani. “È stato un ragionamento complessivo di ampio spettro – spiega a «Pagine Ebraiche» Morpurgo –, che ha voluto tracciare un quadro generale della realtà dei cimiteri attraverso una ricerca storiografica”. “Confrontandosi con fonti documentarie tutt’altro che omogenee e lavorando sulla lunga durata - scrive l'autore nel libro - la ricerca s’è spinta in territori al margine della storia dell’architettura, incrociando discipline diverse (storia sociale, storia economica, storia religiosa, demografia) al fine d’arricchire e ampliare l’orizzonte di riferimento delle premesse”. Nel libro si prendono in riferimento le diverse esperienze italiane “ma non vuole essere una guida”, tiene a precisare Morpurgo che vede nel suo lavoro una ulteriore evoluzione. A partire dal libro, infatti, l'auspicio dell'autore è che si creino sinergie per portare avanti il discorso del restauro e valorizzazione di questi luoghi, troppo spesso messi in secondo piano ma che racchiudono un interesse storico, culturale ma soprattutto identitario di primo piano. E di questa importanza hanno avuto consapevolezza, racconta Morpurgo, diverse realtà laiche del territorio. “È il caso di Bologna in cui l'amministrazione si impegnata assieme alla Comunità a restituire alla città il cimitero ebraico”. Proprio Bologna, secondo Morpurgo, potrebbe essere un modello per i lavori futuri di questo tipo con la configurazione di un masterplan per i restauri da adeguare alle altre realtà. “È necessario però sensibilizzare le persone di fronte al pericolo in cui incorrono i nostri cimiteri in caso di incuria. C'è tanto da fare”. Altro esempio portato dall'autore, il cimitero di via Ariosto a Firenze “il cui restauro – commenta Morpurgo – è merito di persone come l'architetto Renzo Funaro”. Singole esperienze che Morpurgo vorrebbe si trasformassero in un network su base nazionale. Tornando al libro, che scorre grazie alla scelta del registro divulgativo, appare con chiarezza, attraverso la disamina delle architetture, delle scelte stilistiche, delle immagine, l'evoluzione del ruolo del mondo ebraico all'interno della società civile. “Dall’analisi di un gran numero di casi - scrive Morpurgo – emerge come prima dell’emancipazione è possibile trovare numerosi piccoli cimiteri ebraici autonomi in centri urbani medio-piccoli (soprattutto in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia e Marche), dopo l’emancipazione la situazione cambia radicalmente attraverso la realizzazione di nuovi cimiteri in aree più periferiche delle città o situati nelle vicinanze dei cimiteri comunali, o anche attivando sezioni israelitiche all’interno dei grandi cimiteri cittadini”. Cambiamenti che si hanno anche nelle rappresentazioni presenti sui sepolcri. “L'ebraismo non rimarrà immune dall'arte dei suoi contemporanei – afferma Morpurgo – e così nell'epoca post emancipazione come troviamo sinagoghe come quella di Torino o Firenze che non rispecchiano i canoni classici delle scole, troviamo sepolcri in cui la libertà ottenuta si traduce in una visualizzazione espressiva fuori dalle generali regole ebraiche”. Elementi assiri ed egizi, effigi che rappresentano i Cohanim o i Levi, persino araldiche create di fatto ex novo. Il viaggio nei cimiteri è un affascinante percorso tra le complessità dell'ebraismo del passato. Una memoria preziosa da mantenere viva.