Recensioni / Selvaggi come noi

Jean Talon racconta altri mondi basandosi sui resoconti degli antropologi. Il risultato è un libro magnifico

Perché i libri degli scienziati e degli antropologi non figurano nelle storie della letteratura? Eppure Darwin e Malinowski, solo per fare due nomi, hanno scritto dei meravigliosi “romanzi”. Per fortuna c’è chi si è fatto carico di questo e ha raccontato – racconti raccontati una seconda volta, come Hawthorne insegna – le storie contenute nei meravigliosi libri di antropologi e esploratori conosciuti, e anche sconosciuti. Incontri coi selvaggi (Quodlibet, pp. 190, € 15) di Jean Talon è un libro magnifico che induce al riso, intristisce e fa molto pensare. È bello come un romanzo e ne ha anche l’andatura. Libro letterario è un’opera sui nostri incontri possibili e impossibili con le popolazioni cosiddette “selvagge”: indiani d’America, popoli del Sahara, indigeni dell’Oceania, esquimesi, abitanti dell’Amazzonia… Un catalogo di quindici avventure capitate a uomini fuori dall’ordinario, che si sono messi in testa di conoscere il “diverso”, l’Altro, il selvaggio, appunto.
Talon possiede una prosa cantilenante, che procede per onde progressive, calma e paziente, con qualche strappo interno. Appartiene alla scuola emiliana di Celati e Cavazzoni, ma è più posato e riflessivo, meno lunatico, seppur sempre inquieto. Possiede un naturale pudore e una ritrosia che rendono i racconti dei suoi esploratori piccoli cammei preziosi. La prima storia di Cabeza de Vaca, spagnolo arrivato nel Nuovo Mondo, commuove e fa inorridire insieme; quella di Pslamanazar sembra uscita da un racconto di Boccaccio e strappa risate; quella di René Caillié, figlio di un fornaio, con la fissa di arrivare a Timbuctù all’inizio dell’Ottocento, è tremenda e stupisce per la testardaggine del protagonista. Così anche le restanti storie, tra cui quella di Diawné Diamanke, cantastorie africano, invitato a Bologna negli anni Ottanta da un gruppo di antropologi, per esplorare le usanze degli italiani di quella città: comicità assoluta. I veri selvaggi, alla fin fine, ci dice Talon, siamo proprio noi, i civilizzati.