Recensioni / Ci sono mille e una Callas. Tutti i pregi della Divina

Il volume Mille e una Callas (Macerata, Quodlibet, 2016) trae il titolo da un “ricordo” di Alberto Arbasino qui pubblicato. Maria Callas (Kalogeropoulou) fu cantante e attrice prodigiosa, dotata di voce inconfondibile e tecnica smaliziata, portamento altero, occhi di fuoco, magnetismo scenico: soggiogò platee e loggioni del mondo intero. Greca di famiglia, nacque a New York nel 1923, visse negli Stati Uniti e in Italia, morì a Parigi nel 1977.
Due musicologi di rango, Luca Aversano e Jacopo Pellegrini, hanno mobilitato filosofi, sociologi della comunicazione, storici della letteratura, dell’arte, del teatro, del cinema, della danza, della moda per indagare l’impronta lasciata dalla diva nella cultura contemporanea, all’incrocio di tante discipline. Il “fenomeno Callas” è affrontato sia in senso generale sia analizzando nel dettaglio singole esecuzioni, spettacoli, personaggi: Medea – figura emblematica, dall’opera di Cherubini che Callas riportò in auge fino al film di Pasolini –, Violetta, Norma, Tosca, la Vestale di Spontini, ma anche Fiorilla nel Turco in Italia.

Viene focalizzato il rapporto con i registi, Luchino Visconti in primis, e con direttori d’orchestra come Serafin, de Sabata, Karajan, Giulini. Altri temi nevralgici: l’emissione vocale, frutto di una strenua compenetrazione di canto e recitazione; la gestualità estroversa e però controllata; il dominio di un corpo che, sovrabbondante al debutto, attorno al 1954 perde 35 chili e assume la silhouette di un’indossatrice da haute couture. Viene anche analizzato come mai la Callas, con la sua imperiosa e fragile femminilità, possa oggi assurgere a icona della letteratura queer, quella che tratta l’identità di genere come un prodotto storico-culturale e non come un dato biologico assoluto.
Altri saggi affrontano anche altri aspetti della personalità di Maria: l’attività pedagogica, le registrazioni, l’accoglienza di volta in volta osannante o velenosa della critica. Un bel libro per intenditori e amatori.

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