Recensioni / Non esseri umani, ma “zavorre”

Tre libri molto particolari per riflettere sullo sterminio nazista

[…] E la cosa più assurda in mezzo all’orrore è raccontata dal bel saggio di Antonella Ottai Ridere rende liberi. Comici nei campi nazisti (Quodlibet): perché c’è stato anche questo, la risata. Tragica e paradossale, ma testimonianza della resistenza dell’umano. «I trasporti (verso i lager finali) naturalmente c’erano, ma si doveva anche ridere» ha spiegato Jetty Cantor, celebre cabarettista olandese sopravvissuta, e Antonella Ottai annota: «Si tratta, in altre parole, dell’iscrizione del riso nell’ordine degli obblighi e nell’ordine del bisogno; bisogni che, nel momento in cui si soddisfano, bilanciano eventi straordinari come le deportazioni, un dato di fatto che di naturale non ha nulla, introiettato con tutta la sua forza d’urto nella logica della vita quotidiana, nella sua capacità di resistenza». Ed è da questa capacità che viene il senso del titolo «Ridere rende liberi» e la ragione tutt’altro che paradossale di questo saggio sul cabaret e la comicità nei lager. […]