Recensioni / Il reliquiario laico di un curioso e prolifico flaneur

Doppio appuntamento venerdì 3 alla Feltrinelli di Rimini e sabato 4 alla Rocca sforzesca di Dozza

Ha fatto trenta e insieme trentuno. Il libro numero trenta diAntonio Castronuovo è Ossa, cervelli, mummie e capelli, il trentunesimo, uscito quasi in contemporanea è Fisiologia del flaneur. Volumi che il prolifico autore imolese sta promuovendo in tutta Italia raccogliendo molte soddisfazioni. Scrittore, direttore di riviste come la romagnola “La piè”, traduttore dal francese, “Premio Guidarello per il giornalismo d’autore” nel 2011, intellettuale a tutto tondo, lettore accanito, flaneur… presenterà nei prossimi giorni il suo “reliquiario laico” e ironico Ossa, cervelli, mummie e capelli due volte in Romagna. Venerdì 3 alle 18 a Rimini alla libreria Feltrinelli (largo Giulio Cesare, 4) in compagnia dello scrittore Piero Meldini, e sabato 4 febbraio alla Rocca sforzesca di Dozza (ore 16.30).

Prolifico scrittore in quanto grande lettore, come ebbe già a dire proprio al Corriere.
«Confermo, anche se oggi leggo molto meno di una volta».

Amante dei libri ma non bibliofilo.
«Sono un finto bibliofilo. Mi piacciono le rarità e i libri antichi, ma no, non li raccolgo, c’è da impazzire in quel mondo».

Ebook o libri di carta, chi vincerà?
«Darò una risposta da conservatore: per me il libro avrà ancora una vita molto lunga. Ma non esiste una contrapposizione fra libro di carta e libro elettronico, sono due cose diverse, si fruiscono diversamente, generano modi di lettura diversi. Vedo il lettore di ebook più come un accumulatore di oggetti elettronici che viaggia con in tasca ventimila libri; in un certo senso è un piacere che capisco questo della biblioteca in tasca».

Quanti libri ha nella sua personale biblioteca?
«Direi 7-8mila, non li ho mai contati, ma per una casa normale sono tanti. Non ci rinuncerei mai. Ne ricevo anche molti e devo dire che c’è anche tanta piccola editoria di vanità. In Italia si pubblicano una sessantina di libri al giorno, c’è una moltitudine di persone che hanno voglia di vedersi stampate, soprattutto scrivono poesie. È una sorta di fatto consolatorio, va compreso e io non lo biasimo. Comunque, anche per questo la vedo dura per gli ebook…».

Ossa , cervelli, mummie e capelli edito da Quodlibet sta avendo un buon successo. Come è nato questo libro singolare?
«La genesi di un libro è sempre casuale. In questo caso lo spunto è stata una visita al Gabinetto di scienze anatomiche dell’Università di Torino. Lì alcuni anni fa mi sono imbattuto in Carlo Giacomini. I musei anatomici sono tutti uguali ma questo ha una particolarità: all’ingresso c’è uno scheletro che guarda un cervello. Una scenetta sublime. Scheletro e cervello sono della stessa persona, Carlo Giacomini, un anatomista che impiegò la vita a studiare un modo per conservare i cervelli e così volle che fosse conservato il suo. Mi si è aperto un mondo, fatto di pezzi umani che sono rimasti nella storia».

Reliquie, ma laiche. I capelli di Maradona e di Beethoven, il cranio di Mozart, le ossa di Cartesio, il dito di Galileo, la mummia di Lenin…
«Alla fine una storia ha tirato l’altra. Il filo conduttore non è affatto macabro però. Racconto l’incredibilità dei viaggi di questi pezzi umani. Dietro non c’è un significato particolare, se non il gusto di raccontare».

Un po’ come il piacere della scoperta per un flaneur di cui lei ha appena tradotto la Fisiologia, scritta a metà Ottocento da Louis Huart. Ci dica lei: che cos’è un flaneur?
«Chi a Parigi passeggia libero, senza beghe e impegni di alcun tipo, né orari, e gioisce nello scoprire angoli sempre nuovi della città. Un passeggiatore, ma non un turista, uno un po’ anarchico e anche borghese, con molto tempo libero».

Solo a Parigi si può essere flaneur?
«A me è riuscito a volte anche in qualche altra città con attrazioni storiche, artistiche particolari. Ma serve una disposizione estetica e interiore».

Recensioni correlate