Recensioni / Céline, Myrivilis e Ginsberg: lettere e poesie di tre grandi del Novecento

Lettere agli editori, di Louis-Ferdinand Céline (a cura di Martina Cardelli, ed. Quodlibet) è un epistolario utile, stimolante, ironico e intenso che dimostra perché l’autore, al secolo Louis-Ferdinand Destouches, sia diventato colui che ha cambiato il corso della letteratura francese, e non solo, in modo dirompente e incontrovertibile. Ritroviamo, infatti, in queste lettere, che coprono il periodo che va dal 1932 (l’anno della prima pubblicazione de Viaggio al termine della notte) fino al 1961, anno della morte dello scrittore, il ritmo, il fraseggio, l’invettiva, la lucidità primitiva e la vitalità presenti nei romanzi, nei racconti, nei pamphlet e nelle sceneggiature scritte da Céline. Le lettere seguono il percorso editoriale dell’autore francese, periodo che potrebbe essere suddiviso in tre tappe: la prima è quella che lo vede riconosciuto da Denol, coraggioso editore di origine belga assassinato in circostanze misteriose a Parigi nel 1945; la seconda è quella dell’esilio in Danimarca, a Klarskovgaard, quando Pierre Monnier, estimatore di Céline, uomo che non aveva mai pensato di fare l’editore, si ritrova a essere colui che ridarà fama e successo allo scrittore; la terza e ultima tappa è quella della consacrazione definitiva quando Gallimard si accorge dell’autore e della sua inarrivabile prosa. Si tratta di una raccolta di 219 lettere straordinarie che mettono in luce aspetti biografici notevoli e raccontano in modo inedito la forza di volontà di Louis-Ferdinand Céline.

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