Recensioni / Guida all’architettura nelle Marche 1900-2015

Le Guide nella storia dell’arte e dell’architettura hanno sempre svolto un ruolo di grande utilità. Per secoli hanno costituito l’unica vera bussola per orientare i viaggiatori in territori spesso poco noti e mal documentati.
Dalla fine del XVIII secolo ad oggi, le guide hanno rappresentato un prezioso contributo alla conoscenza di opere e autori, spesso di nicchia ma di notevole interesse storico-culturale, tanto da diventare un vero e proprio filone editoriale che coinvolge artisti, incisori e artigiani di grande qualità.
Questa Guida all’architettura nelle Marche di Lorenzo Ciccarelli non fa eccezione tracciando, per la prima volta, un itinerario dell’architettura marchigiana dai primi del Novecento al 2015.
Un territorio, quello delle Marche, che ha sempre raccolto esperienze e culture eteronome, dalla Toscana all’Emilia, dall’Umbria a Roma e così via, tanto da sviluppare un’identità plurale ed eterogenea non sempre di facile lettura. Un’eterogeneità che, se da un lato ne ha giustificato il parziale eclissamento nei circuiti turistici e culturali maggiori, dall’altro gli ha consentito di sviluppare identità e linguaggi, storie e opere di grandissimo interesse e valore.
Una regione perfetta per la redazione di una “guida di architettura”. Le Marche sono, infatti, terreno di confine e di sperimentazione per eccellenza, luogo in cui ricercare con sapienza nuove strade dell’architettura e dell’arte.
Basti pensare al lungo e prezioso lavoro svolto da Giancarlo De Carlo a Urbino, oppure al contributo apportato da Carlo Aymonino con il campus di Pesaro, alla ricerca entrambi, seppur secondo direttrici differenti, di una nuova idea di città e di un nuovo rapporto tra architettura e cultura urbana.
Le Marche sono anche luogo per eccellenza di “opere prime”, se pensiamo ad esempio ai progetti di Mario Ridolfi e Adalberto Libera a Macerata e a Civitanova, e territorio di confronto di molti protagonisti dell’architettura italiana contemporanea, da Luigi Pellegrin a Guido Canali, da Mario Cucinella a Edoardo Gellner, da Adolfo Natalini a Vittorio Gregotti, Massimo Carmassi, Cino Zucchi e Guido Canella. Tre generazioni di architetti italiani hanno lavorato in territorio marchigiano, con risultati di sensibile interesse, tracciando una parte importante di storia dell’architettura italiana.
Un saggio introduttivo pone a confronto le vicende dell’architettura novecentesca delle Marche con il panorama artistico e culturale italiano degli stessi anni, mentre 141 schede, una per ogni edificio, e 390 illustrazioni raccontano il grande patrimonio architettonico della regione.
Un’architettura di grande qualità, attenta al contesto ma sensibile alle temperie culturali della contemporaneità, in alcuni casi facendosi anticipatrice originale di ricerche e tendenze in divenire, sembra emergere da questa Guida confermando il ruolo di territorio ricco e sorprendente tutto da scoprire.