Recensioni / Ossa, cervelli, mummie e capelli

Direttore di questa rivista, traduttore dal francese e scrittore eclettico, Castronuovo adora la storia della scienza e tutto ciò che vi allude; possiede anche un’inconsueta dimestichezza con le pieghe visibili o nascoste della natura umana, il che lo ha spinto a scrivere alcuni libri dal retrogusto macabro, alleggerito sempre da una sorridente, a volte giocosa ironia. Ricordiamo Suicidi d’autore e La vedova allegra: storia della ghigliottina. Stavolta ci propone una raccolta di dieci racconti che parlano di reliquie umane, scheletri o pezzi anatomici di personaggi celebri che, da un secolo all’altro, sono giunti fino ad onorare i nostri musei o altri luoghi preposti alla loro rispettosa conservazione.
È così che facciamo conoscenza col cervello di Einstein, tagliato in sottili fettine e accuratamente studiato da scienziati e patologi per scoprire le origini della sua genialità; oppure lo scheletro di Cartesio, seppellito a Stoccolma e poi trasferito lungo incredibili vicissitudini a Parigi, dove ebbe diverse collocazioni prima di riposare finalmente in pace – dopo aver perso la testa – nella chiesa di Saint-Germain-des-Prés.
Dieci storie, dieci reperti, il tutto raccontato con tale brio e dissacrante ironia da non riuscire a staccarsi da queste pagine, come quando si legge un buon giallo. Alla fine, tutto sommato, si chiude il libro rasserenati, perché se è vero che abbiamo letto solo fatti inerenti “pezzi umani”, l’autore ci fa capire che si può anche sorridere e considerare con un certo distacco le innumerevoli sfaccettature dell’umana follia.

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