Miljenko Jergovic - Le Marlboro di Sarajevo - Quodlibet, pagg. 134, lire 16.000
Mai come adesso, nell'estate 1995, la guerra in Bosnia, che si avvia verso il quarto anno di ostilità, aveva assunto così marcatamente i connotati della mattanza. Bambini che giocano, anziani in fila per il pane o l'acqua sono vittime quotidiane della follia, ma la loro fine non suscita la stessa emozione dei caschi blu occidentali in catene, forse perché siamo davvero tanto presuntuosi da pensare che «laggiù (nei Balcani) prolificano i diavoli», e quindi non c’è nulla di più naturale che il terrore sia di casa là dove alberga il Male. I racconti di Jergovic, capolavori di fiabe di questo fine secolo, riescono a tradurre in parole quel sentimento che ogni abitante di Sarajevo prova ogni giorno, dopo essere stato lambito dalla morte: nulla è salvo, semplicemente non è ancora giunta l'ora del commiato.