Quando la geografia è anche politica. Sistema di valori condivisi. Concordanza d’interessi. Condivisione di obiettivi. Il governatore della Regione Toscana Enrico Rossi è convinto che esista un blocco geopolitico, l’Italia di mezzo, che in qualche modo può rappresentare il cuore della sua stessa visione strategica di amministratore e uomo del Partito Democratico. Nel libro L’Italia centrata pubblicato da Quodlibet con la prefazione di Aldo Bonomi, Enrico Rossi trasforma questa sua intuizione in un vero e proprio manifesto in cui unisce i tratti che accomunano Toscana, Umbria e Marche e ne fanno un “blocco” potenzialmente interessante da far crescere su vari livelli. Rossi esamina i tratti simili del paesaggio modellato dal lavoro dell’uomo e ricorda come già negli anni Cinquanta Guido Piovene nel suo Viaggio in Italia cogliesse la dolcezza della campagna come tratto comune delle tre regioni centrali. «Un tratto comune», scrive Rossi, «cui si lega anche la prevalenza politica della sinistra socialcomunista, più forte in Toscana e in Umbria, meno nelle Marche, e che in tempi di guerra fredda sembra preoccupare molte inchieste, come quella di Ottone o Montanelli». L’evoluzione sociale ed economica continua a cementare questa zona della penisola: «Sviluppo sano, diffuso e solidale. Buona qualità dei servizi. Un’Italia Centrata non solo geograficamente, ma anche nella redistribuzione. Basata su patti territoriali per lo sviluppo, le cui asincronie e asimmetrie temporali bisognerebbe indagare», sostiene Rossi. Che guarda avanti, oltre il referendum costituzionale «per avviare un percorso di fusione per archiviare una volta per tutte il federalismo disfunzionale degli staterelli e delle piccole patrie». Un progetto politico che proporrà anche nella corsa per la segreteria nazionale del Pd.