Recensioni / MaXXI: rivoluzione o evoluzione?

Molte novità: spazi ad accesso gratuito, nuovo ristorante stellato, video gallery e reading room. Spazi triplicati e maggiore apertura alla città

È una vera «Re-Evolution» quella che parte il 5 maggio al MaXXI, anticipata nell`intervista su «Vernissage» di febbraio scorso al direttore artistico Hou Hanru. Era il 10 ottobre 2015 quando si inaugurò nella Galleria 4 l’allestimento permanente e gratuito (tranne il fine settimana) delle collezioni di arte e architettura del museo. Adesso la formula viene estesa e il MaXXI ripensato da cima a fondo, con l’intero piano terra a ingresso libero.
L’ex sala Gian Ferrari diventa la nuova caffetteria-bookshop Typo, aperta anche oltre gli orari del museo, con un nuovo accesso diretto anche da via Guido Reni. L’antistante sala Carlo Scarpa si trasforma in videogallery permanente, che con «Artapes» offrirà un programma di proiezioni a tema curato da Giulia Ferracci e realizzato in collaborazione con la «In Between Art Film»: la prima rassegna, «Waiking around the clock», a cura di Monia Trombetta e Luigia Lonardelli, proseguirà fino al 20 giugno e in replica dal 20 luglio al 6 settembre. Dalla parte opposta, il bar interno di fronte alla Galleria 1 si trasforma in una reading room dedicata agli Archivi degli Incontri Internazionali d’Arte di Graziella Lonardi, donati nel 2012 insieme alla biblioteca dalla nipote Gabriella. La Galleria 1, che rinuncia alla grande tromba nera di Anish Kapoor, offre molte novità, comprese nuove donazioni, pezzi in comodato e prestiti lunghi, che sottolineano il ruolo catalizzatore del museo. Si parte in modo spettacolare con un mai visto wall drawing di Sol LeWitt, si passa a un grande quadrato pavimentale di quattro metri per lato di Carl Andre, una suggestiva installazione a teli bianchi a forma di alberi degli olandesi West 8, il celebre «Triplo Igloo» di Mario Merz, un lavoro mai prima allestito dell’argentino Tomas Saraceno e «The Emancipation Approximation» della californiana Kara Walker, che con la sua lunghissima teoria di sagome nere a muro ci guida al resto della collezione, tra progetti di architettura e opere di grandi artisti come Baruchello, Cattelan, Agnetti, Kentridge, Gilbert & George, Rossella Biscotti…
Sulla piazza antistante, sempre molto frequentata e dove si potrà mangiare da Linea, il nuovo ristorante con chef stellato, alle installazioni già presenti firmate da Pedro Cabrita Reis, Maurizio Nannucci, Massimo Grimaldi, se ne affiancano di davvero monumentali: «Mareo Merz» di Elisabetta Benassi, un peschereccio che solleva in una rete l’automobile già di Mario Merz, «Winter Moon» di Ugo Rondinone, ulivo secolare in alluminio smaltato di bianco (già esposto con molta efficacia ai Mercati di Traiano), «Anima» di Mircea Cantor, sorta di ossatura in legno di una cattedrale, a cui a giugno si aggiungeranno il famoso «Teatrino Scientifico» di Purini e Thermes e un’installazione di Yona Friedman.
Appena si sale un gradino del museo, si deve acquistare il biglietto. Nella Galleria 2, immediatamente sopra la 1, la collezione permanente prosegue, a pagamento. Qui troviamo gli spazi riservati agli approfondimenti, monografici e tematici: al focus su Bruna Esposito se ne affiancano due dedicati alla città e all’abitazione, in quest’ultimo caso con un bel lavoro fotografico di Gea Casolaro, «Maybe in Sarajevo», la «White U» di Toyo Ito ricostruita in dimensioni reali e «Io sono dolce sirena» di Luca Maria Patella. Lo spazio termina con la Galleria 2/bis, che prende il nome di nuova sala Gian Ferrari, in memoria della collezionista Claudia Gian Ferrari che per lascito testamentario ha donato al museo un corpus di 58 opere, compresi alcuni dei pezzi migliori.
Insomma una rivoluzione, con spazi triplicati, maggiore apertura alla città e collezioni pensate sempre di più «come un dispositivo dinamico e vivo, capace di generare un programma di approfondimenti critici e teorici, di percorsi didattici e d’inclusione sociale, di nuove produzioni e riletture storiche e tematiche, d’incontri con gli artisti e i protagonisti del mondo dell’arte», scrive Bartolomeo Pietromarchi, direttore delle collezioni d`arte di cui esce contestualmente il catalogo aggiornato (MaXXI Arte. Catalogo delle Collezioni, a cura di Bartolomeo Pietromarchi, 356 pp., Quodlibet, Macerata 2017, € 35,00).