Recensioni / “Re-evolution”, la trasformazione del Maxxi

Il Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo, a Roma, ha ampliato i suoi spazi e servizi e riallestito la collezione permanente, arricchitasi di donazioni e comodati

Spazi ampliati, allestimento ripensato, opera mai esposte, più servizi: il Maxxi - Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo, a Roma, si presenta da qualche giorno rinnovato, una “Re-evolution” all’insegna dell’arricchimento dell’offerta culturale e dell’apertura alla città. Al centro della trasformazione c’è la nuova sistemazione della collezione permanente, “The Place to Be”, curata da Margherita Guccione e Bartolomeo Pietromarchi. La raccolta, spiegano i ciratori, «è pensata come uncorpo vivo e dinamico, fatto di opere esposte a rotazione, donazioni, comodati e prestiti, per rendere sempre più il museo un punto di riferimento per artisti, collezionisti, studiosi e appassionati».

Il percorso parte dall’esterno e si estende all’interno, senza soluzione di continuità, in tutto il piano terra e in parte del primo piano con grandi installazioni, opere inedite e capolavori, focus temporanei e approfondimenti. Il piano terra – con ingresso gratuito dal martedì al venerdì e ogni prima domenica del mese – ospita anche una video gallery permanente realizzata in collaborazione con In Between Art Film; uno spazio dedicato all’Archivio di Incontri Internazionali d’Arte; un laboratorio per la didattica che propone anche l’itinerario “Kids Museum”. Cambiano anche gli spazi destinati all’accoglienza dei visitatori, con la nuova caffetteria-bookshop “Typo”, ospitata nella sala delle ex caserme, e il nuovo ristorante “Linea”, servizi assegnati al consorzio stabile Seaman, che si avvarrà della collaborazione della chef stellata Cristina Bowerman.

In mostra importanti nuove donazioni d'artista (come Piccolo Sistema di Gianfranco Baruchello, una fotografia della serie Occhi di Bruna Esposito, e Io son dolce Sirenza di Luca Maria Patella) e nuovi comodati: della Metropolitana di Napoli, dell'Archivio Agnetti (Assioma - Otto proposizioni), della Fondazione Giuliani (Oscar Tuazon e Elias Hansen, Untitled - Zodiak Staircaseé), della Fondazione Nomas (Francesco Arena, 3,24mq, e Nico Valscellari, Nido), della Collezione Barillari (Tomás Saraceno, Flying Garden/Air-Port-city/12SW), della Collezione Pero (Carl Andre, Elica Milano). In occasione dell'inaugurazione è stato pubblicato il Catalogo aggiornato della Collezione Maxxi Arte, edito da Quodlibet.

La visita al nuovo Maxxi inizia da Piazza Alighiero Boetti, animata dalle installazioni Winter Moon di Ugo Rondinone, Anima di Mircea Cantor e MareoMerz di Elisabetta Benassi. All’interno, nell’Archivio di Incontri Internazionali d’Arte, di fronte alla Galleria 1, è in mostra una sessantina di opere d’arte, architettura e fotografia, datate dagli anni Sessanta ai giorni nostri: si ammirano, tra l’altro, la foresta tessile sospesa di WEST8, il Wall Drawing #1153 Ripples di Sol LeWitt, Elica Milano di Carl Andre, Assioma - Otto proposizioni di Vincenzo Agnetti, Flying Garden/Air-Port-City di Tomás Saraceno, Senza titolo (Triplo Igloo) di Mario Merz, The Emancipation Approximation di Kara Walker, carboncini della serie The general jungle or carrying on sculpting di Gilbert & George, il Piccolo Sistema di Gianfranco Baruchello, il progetto fotografico dedicato all’ospedale psichiatrico di via Pindemonte a Palermo di Letizia Battaglia, Madre di Maurizio Cattelan, Orme I e Orme II di Alighiero Boetti, Sternenfall di Ansel Kiefer, Il Processo di Rossella Biscotti, i disegni per il fregio sulle sponde del Tevere di William Kentridge, le fotografie di 72 ore a Roma di Helmut Newton; inoltre, tra i lavori di architettura, i progetti delle stazioni della metropolitana di Napoli realizzate da Dominique Perrault e Álvaro Siza e quelli per il ponte sullo stretto di Messina di Sergio Musmeci, Pierluigi Nervi e Giuseppe Perugini. Al secondo piano, nella Galleria 2 e nella nuova sala dedicata a Claudia Gian Ferrari, un approfondimento su Bruna Esposito e due focus dedicati ai temi della città (“The Other City”) e della casa (“No Place Like Home”).