Recensioni / L’artista, la donna, il mito: mille Callas raccontate in un libro

«Mille e una Callas. Voci e studi» è il volume a cura di Luca Aversano e Jacopo Pellegrini edito da Quodlibet che è stato presentato nei giorni scorsi all’Auditorium RAI.
È un volumone di 640 pagine alla seconda edizione. La prima è andata esaurita a dicembre scorso.
Jacopo Pellegrini a sintetizzare le «voci» del cospicuo testo: «Tra saggi e ricordi sono 36 gli autori che ricorrono nel volume. Ci sono coloro che l'hanno sentita direttamente, come Lanza Tomasi che l'ha ascoltata a Palermo o Luciano Alberti, Marcello Conati, Franco Serpa che l'ha vista in scena a Roma nel ’49.»
Un mito inesauribile?
«Si celebrano i settant’anni del suo esordio in Italia e i quaranta dalla morte. Come cantante e come figura umana è diventata un’incarnazione che ha superato le barriere del tempo, un’icona. In questo volume si cerca di parlarne seriamente, non per aneddoti ma per quello che ha saputo ispirare»
Dopo tanti decenni lei attira ancora.
«Studio accanitissimo, trionfi, ma anche difficoltà rilevanti per un soprano fuori dalle norme, sulla scena e per la forza di un carattere che ha inciso indelebilmente interpretazioni e personaggi».
Callas cantante e attrice in scena, attrice al cinema e poi i film su di lei e i pittori che l’hanno ritratta…
«Tanti autori a indagare la parte artistica, ma anche il mito postumo. C'è poi una sezione di ricordi – aggiunge Pellegrini – con Franca Valeri, Henze, Tosi, Bartoletti, Crivelli, Arbasino, Paolo Poli Questa ricerca nasce dieci anni fa a un Convegno. Abbiamo cercato nuovi autori, nuovi argomenti. Ho trovato un testo su “Discoteca” del ’61 a firma di Tullio Serafin. E c’è anche una bibliografia ragionata».
Callas interprete con diverse prospettive?
«Lei riscopre opere del passato ma lo fa secondo le regole del tempo. È il suo modo di cantare che è rivoluzionario, moderno».
E per questo «Mille e una Callas» dopo Palermo farà un bel tour di presentazioni, dal «Bellini» di Catania a Firenze, a giugno e poi, a settembre, alla Scala che le dedica manifestazioni nel quarantennale della morte.

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