Recensioni / Beppe Viola, il calcio cantato agli angeli

In libreria da qualche settimana la ristampa del volume Vite vere compresa la mia di Beppe Viola, edito da Quodlibet. Giornalista e scrittore di famiglia salemitana, scomparso nel 1982, volto storico della Domenica Sportiva, sempre fuori dal coro e da quel giornalismo costruito su frasi preconfezionate e prassi omologate: «Tengo duro – diceva con quell’humour urglosassone – per migliorare il mio record di mancata carriera». Il libro raccoglie i suoi articoli pubblicati sul noto mensile di fumetti ed illustrazioni “Linus”. Sono da leggere con attenzione per ritrovare l’alfabeto culturale di un maestro del giornalismo, nel suo profondo «io» professionale convivevano i segni del cronista sportivo e del poeta che raccontava le storie di vita dei protagonisti del mondo dello sport. Al calcio show-business di oggi e al caso Donnarumma, conia complicità dell’amico-fratello Enzo Iannacci, direbbe: «Andate tutti a c...».
Scrive anche di letteratura, musica, politica, cinema e comune. Una miscellanea di figure in equilibrio emozionale: dal fascino aristocratico dell’avvocato Giovanni Agnelli alla storia ordinaria, che lui però con una scrittura alta ed efficace trasformava in straordinaria, dell’italiano medio degli anni Settanta. Un testo –antologia di percorsi visivi capaci di interpretare le più diverse situazioni ed emozioni esistenziali, di farci rivivere un tempo che è stato prodromico-sostanziale nel difficile processo di costruzione di una coscienza sportiva dinamicamente orientata verso malori dell’etica della partecipazione.

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