Recensioni / E la città nacque dal rito

Senza rito non esiste città. Lo sostiene, rielaborando le intuizioni di Mircea Eliade, Eugen Fink, Johann Huizinga e Michel de Certeau, Francesco Lenzini in Riti urbani (Quodlibet, pagine 138, euro 15,30). Oggi le città sembrano progettate ed edificate senza tenere conto dell’uomo. Gli spazi pubblici paiono ormai indifferenti all’influenza dei loro abitanti. Per superare la perdita di senso dei centri urbani «è necessario – scrive Lenzini – riportare il progetto dello spazio pubblico sul terreno del vissuto, ricollegandosi a quella cultura architettonica che mette in luce la centralità dei gesti e delle azioni umane nella costruzione dell’ambiente materiale». In questa prospettiva il rito diventa una sorta di copione e la città una scena teatrale entro cui si svolgono quelle rappresentazioni sociali che Durkheim e Maffesoli ritengono fondatine del senso di comunità. Ecco perché «i rituali – ricordava Italo Rota – valgono non solo per l’erezione di templi e di altari, ma anche per la fondazione delle città».