Recensioni / Hadid + Friedman + Effimero in scena = MAXXI estate a Roma

Il MAXXI propone due grandi mostre (“L’Italia di Zaha Hadid” e “Yona Friedman. Mobile Architecture, People’s Architecture”), oltre a un allestimento teatrale per ospitare gli appuntamenti dell’estate

  ROMA. In questo torrido esordio d’estate il MAXXI prova a portare un po’ di refrigerio – almeno culturale – attraverso tre iniziative inaugurate contemporaneamente il 23 giugno. Si tratta di due mostre che rendono omaggio ad altrettanti protagonisti della scena architettonica internazionale, nonchè dell’allestimento di un teatro open air che ospiterà il programma stagionale, ricordando i 40 anni della celebre Estate romana, voluta dall’allora assessore comunale alla Cultura Renato Nicolini.

  “L’Italia di Zaha Hadid”

a cura di Margherita Guccione (direttore MAXXI Architettura) e Woody Yao (direttore Zaha Hadid Design) / main partner: Eni / fino al 14 gennaio 2018 / catalogo a cura di Pippo Ciorra e Margherita Guccione (Quodlibet editore)

A poco più di un anno dalla prematura scomparsa, il MAXXI rende omaggio alla sua eccentrica artefice, prima donna vincitrice del Pritzker Prize. La mostra – organizzata in collaborazione con Zaha Hadid Design, Zaha Hadid Architects e la Fondazione Zaha Hadid,  – intende evidenziare l’intenso e duraturo rapporto dell’architetto con il nostro paese, a partire dai numerosi edifici che qui ha realizzato per estendersi al design e al made in Italy. Dice Giovanna Melandri, presidente Fondazione MAXXI: “Questa mostra dedicata a Zaha Hadid, donna di grande forza e coraggio, creativa e innovativa, è un tributo alla sua opera e al suo stile, un racconto del segno che ha lasciato in Italia, nell’architettura e nel design. Ed è il modo più autentico che il MAXXI, la «sua» creatura, ha voluto scegliere per ricordare un’amica e donna straordinaria, un genio eclettico che ci manca moltissimo e con la quale sottilmente dialoghiamo tutti i giorni assieme agli artisti, i curatori, i visitatori”. Secondo la curatrice Margherita Guccione, “L’Italia di Zaha Hadid è un percorso nel pensiero della geniale progettista del MAXXI che ha guardato con interesse alla tradizione artistica e architettonica del nostro paese. Le suggestioni dinamiche del barocco romano, le caleidoscopiche visioni del futurismo italiano, le ricerche sperimentali di Luigi Moretti e di Pier Luigi Nervi sono solo alcuni dei dichiarati riferimenti dei suoi progetti”.

Allestita negli spazi della più spettacolare galleria del museo, la Galleria 5 con la grande vetrata che si proietta sulla piazza, la mostra esplora a 360 gradi l’opera e il pensiero di Hadid: dai bozzetti pittorici e concettuali ai modelli tridimensionali, dalle rappresentazioni virtuali agli studi interdisciplinari, insieme a oggetti, video, fotografie capaci di rivelare lo sforzo costante di ricerca pionieristica e sperimentale.

L’allestimento, disegnato da Zaha Hadid Design che negli ultimi anni ha curato tutti gli allestimenti delle mostre dello studio, si ispira agli schizzi dell’architetto per il MAXXI: una versione tridimensionale delle linee fluide immaginate per il museo che, adattandosi alle curve e alle pendenze della Galleria 5, accoglie i materiali, organizzati in diverse aree. Una parte importante della mostra è dedicata ai progetti italiani tra cui il Terminal Marittimo di Salerno che, con la sua struttura organica a forma di ostrica, stabilisce un nuovo legame tra la città e il mare; il Messner Mountain Museum a Plan de Corones che si innesta nel cuore della montagna e apre a inedite visuali; la Torre Generali per City Life a Milano, che con la sua torsione verticale costruisce un nuovo orizzonte urbano; la Stazione dell’alta velocità di Afragola e il MAXXI stesso, le cui forme fluide come anse di un fiume attraversano l’intero quartiere: non solo museo, ma spazio pubblico e urbano. Per Woody Yao il MAXXI “<>iè stato fondamentale per il nostro sviluppo come studio”. L’edificio, il primo realizzato da Hadid in Italia, che nel 2010 le valse lo Stirling Prize, è “il testamento di un genio che ci ricorda che tutto è possibile, se si ha il coraggio di sfidare le regole e le metodologie correnti”.

Un’ampia sezione è dedicata al rapporto di Hadid con il design made in Italy, con cui ha stretto interessanti e ripetuti sodalizi creativi e produttivi. Anche quando disegna oggetti e arredi, Zaha rimane sempre e un architetto: i suoi oggetti occupano lo spazio come vere e proprie architetture. Dai divani per B&B Italia e Cassina alle sedie, le panche, i tavoli per Sawaya & Moroni; dalle lampade per Slamp, ai vasi e i centrotavola per Alessi e le librerie componibili per Magis, con incursioni nel mondo dell’alta gioielleria (con l’anello B.zero1) e della moda (con l’esclusiva borsa disegnata per un evento charity di Fendi). La sua costante sperimentazione viene raccontata attraverso disegni, video, prototipi, oggetti che raccontano un processo che dal molto piccolo poteva essere applicato anche al monumentale.

Completano il percorso della mostra una parete di 20 metri con proiezioni video che raccontano i suoi progetti in tutto il mondo, un nastro sospeso che raccoglie le foto di Helene Binet, che ha ritratto quasi tutte le opere di Hadid, e alcuni grandi quadri che rivelano il suo legame con il Suprematismo russo come Malevich’s Tektonic (2015) e Metropolis (2014). Infine, una sezione che documenta la ricerca dello Studio Hadid (ZH CoDe) sulla progettazione parametrica, interdisciplinare e innovativa, con utilizzo di avanzate tecnologie digitali.