Recensioni / Absolutely nothing

Pomeriggio, deserto del Mojave. Una strada di polvere su cui procediamo basculanti nell’aria azzurrina…

Absolutely Nothing – Storie e sparizioni nei deserti americani, Giorgio Vasta, Ramak Fazel, Quodlibet. Il deserto è il regno dell’assenza. È come una tela bianca, sulla quale ognuno può dipingere la sua storia, cercare punti di riferimento, immaginare una realtà altra, sperare nella possibilità di un nuovo inizio, vedere riverberati i propri sentimenti, in modo da poterli analizzare per il tramite di una giusta distanza, quella che rende le macchie di colore quadri impressionisti, quella che affina, determina e sancisce la percezione, quella che definisce la comprensibilità del tutto, o almeno di una sua parte. È un luogo dell’anima, dunque, ma anche un luogo estremamente fisico, tangibile, caratterizzato da peculiarità proprie, inconfondibili, imparagonabili. È un viaggio quello che viene descritto in questo libro anche attraverso delle fotografie dalla formidabile potenza evocativa, nella varie forme, squallide o simboliche, dell’umanità, un percorso di comunione e condivisione tra persone diverse che hanno vite diverse ma che non possono non fare a meno di porsi, come tutti gli esseri umani, le medesime domande sulla propria sorte. Da leggere.

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