Recensioni / Ideologia della villa unifamiliare - Detached House Ideology

Il testo rappresenta il primo di tre volumi – dedicati a: le avanguardie legate ai differenti nazionalismi fino agli anni quaranta del Novecento; l’International Style e il suo crepuscolo fino agli anni ottanta; gli “ismi” fino agli anni recenti – che mirano a una selezione critica di oltre duecento esempi di ville unifamiliari, ridisegnate in scala 1:400 e analizzate da Boschi e Lanini. La successione dei volumi secondo periodi cronologicamente consecutivi e storiograficamente condivisi è preceduta da due saggi degli autori che introducono ai singoli casi offrendone un punto di vista fondativo. Il tema della villa è illustrato a partire dall’immutata relazione della sua architettura con la città e la natura, studiandone il principio di libertà tipologica che ne costituisce un’ideologia generale e ne accresce la portata mitologica. La villa viene analizzata a partire dal suo rifiuto dell’urbanità ed è in molti saggi descritta come elemento per la ridefinizione di un luogo e di un paesaggio. l casi studiati provengono da repertorio classico di autori – da Wright a Neutra – e sono accompagnati da ricca bibliografia.

This Is the first in a series of three books covering the avant-garde movements associated with various nationalist movements up to the 1940s, with International Style and its demise up to the 1980s, and with various “isms” of more recent times. They contain a critica! selection of over two hundred examples of detached houses, redesigned in 1:400 scale and analysed by Boschi and Lanini. The volumes, with their sequence of consecutive, historiographically shared periods, are introduced by two essays by the authors, who introduce the houses and offer some basic thoughts on them. They illustrate the unchanging relationship of their architecture with their urban environment and with nature, and then go on to examine the principle of typological freedom that forms the genera! ideology behind them and heightens their iconic status. They are seen to shun city life and are described in many of the essays as redefining places and Iandscapes. The cases studied are by some of the best-known architects of the period – from Wright to Neutra – and are accompanied by extensive bibliographies.