Recensioni / Letture sotto il berceau con Ruozzi e Levrini

Oggi alle 18 al Circolino l’ultimo appuntamento della rassegna organizzata da Mimma Forlani Ormai, una tradizione: sono «amici emiliani» gli ospiti dell’ultimo appuntamento delle «Letture amene sotto il berceau», rassegna di incontri con scrittori creata e condotta dalla giornalista, scrittrice, organizzatrice di manifestazioni culturali Mimma Forlani. Tradizione confermata anche quest’anno, per la XII edizione.
Oggi pomeriggio, ore 18, al Circolino, Gino Ruozzi, ordinario di Letteratura Italiana a Bologna, e la stessa Forlani, presenteranno, in dialogo con l’autore, l’ultimo libro di Ivan Levrini: «Vita Coniugale» (Quodlibet, 2017). Il libro, anticipa Forlani, «nasce da un ben maturato distacco ironico per gli intrichi familiari. In un 10 agosto di calura e di afa, un uomo solitario s`aggira per la casa e si mette a ragionare sulla sua condizione di marito che ha tradito tante volte la moglie, ed ora deve accettare la separazione da lei voluta».
Un racconto «di meditazione, di bilancio della propria vita che non porta alla disperazione, ma all’accettazione di quel che viene, perché poi, con la brezza che scende dalla collina, arriva anche il sollievo dagli affanni». Quello del 10 agosto è solo il primo di una serie di racconti che «si legano strettamente come in una sequenza filmica», per concludersi con una considerazione di guadagnata saggezza: «Lentamente mi sto abituando a guardare tutto da una distanza siderale, a volere le cose così come sono, e quando ci riesco mi addormento così bene che il mattino dopo mi sveglio senza rimpianti».
Fondamentale disinnescare il tasso di aggressività potenzialmente insito nella vita coniugale. «I delitti di famiglia – osserva Levrini – sono più numerosi dei delitti di mafia».
Arrivati al termine della sua casistica «ilarotragica», il filosofo soppianta lo scrittore, a cui non si chiedono soluzioni. Il filosofo, invece, ci fornisce un «suggerimento prezioso», ricordandoci che «la relazione fra marito e moglie è soggetta a scariche improvvise, salti di tensione, fenomeni di corto circuito da cui scaturiscono i più efferati delitti dei nostri giorni. Se si riuscisse a stabilizzare la famiglia, rendendola meno pericolosa o addirittura ospitale, l’umanità ne trarrebbe un enorme beneficio».