Recensioni / La parola chiave è “bibliodiversità”

L’editoria indipendente continua a dimostrare quanto il nostro panorama letterario sia vasto e vario.
Marco Belli, sommelier, giallista, ma soprattutto ideatore di ElbaBook Festival (evento che si svolgerà dal 18 al 21 luglio a Rio nell’Elba), si batte da anni per il rispetto e la valorizzazione della “bibliodiversità”, per mantenere questa ricchezza di pensiero nelle librerie. Bibliodiversità non significa solo mantenere vivi più punti di vista possibili, ma anche tutelare i prodotti di tanti piccoli imprenditori.
«Un libro che mi ha affascinato subito – consiglia Belli – è Ossa, cervelli, mummie e capelli (Quodlibet) di Antonio Castronuovo, dieci storie tutte singolari. L’autore racconta senza inseguire alcun senso, alcuna morale, semplicemente narra vicende insolite e bizzarre. Si tratta di un libro impertinente, perché pertiene a genere alcuno».
Invece «L’arte del Piano B (Zeitgeist) di Gianfranco Franchi è un saggio strategico. La sua penna – spiega Belli – intende focalizzare la capacità di dare una svolta alla propria vita, di individuare le proprie priorità e avere il coraggio di realizzarle, fino in fondo, anche se questo significa porsi contro l’ordine costituito che ci vuole tutti inquadrati e produttivi». L’arte del Piano B mette, per l’ideatore di ElbaBook Festival, «nero su bianco la lucidità di capire che le cose non possono continuare in questo modo, che è necessario cambiare, rimettersi in discussione e magari scalare marcia, individuando quello che è davvero importante per la felicità di ciascuno. D’altronde, il più grande piano B della storia pare sia stata la costruzione dell’arca di Noè».
Direttamente da Rio nell’Elba, dove sta scoprendo un nuovo mondo fatto di parole, Belli fissa quello che è il proprio terzo punto cardinali per aprire la mente durante l’estate.
«Sylvia (Adelphi) di Leonard Michaels – conclude – porta il nome della sua prima moglie, Sylvia Bloch, e sviscera la loro breve e lancinante relazione. Appena quattro anni in sole 129 pagine, eppure si deposita dentro il lettore come certi altri libri della vita, di solito più corposi, nei quali il tempo dilatato del racconto equivale a quello impiegato a conquistarci. Michaels ti piomba addosso come uno schiaffo a mano aperta in pieno viso, uno schiaffo rapido e indimenticabile».

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