Recensioni / Kagel, o del politico comporre. L'impegno a riformulare la tradizione

Parole sulla musica, Macerata, Quodlibet, L.30.000


L’editrice Quodlibet aricchisce il proprio giovane ma ricercato catalogo con una raccolta di interviste, discorsi e saggi intorno alla musica dell'argentino Mauricio Kagel, tradotti da Kristina Pictra dall'edizione tedesca del'91, Per molte pagine si tratta della prima pubblicazione integrale o di nuove versioni riviste dall’autore, il quale per primo s’interroga, nella prefazione, sulla «validità dei Contenuti oggettivi» di testi che risalgono agli anni Ottanta. La memoria ripercorre le vicende della Nuova Musica intrecciate alla storia personale del compositore fin dalla migrazione verso la Germania nel '57; ed è poi il rapporto con questa patria spirituale a dominare trasversalmente l’intero volume. Dialettica con la tradizione, innanzitutto: dopo. l'euforia dell' arrivo in un Paese dove si eseguiva tutto (!) il repertorio bachiano, l'approfondimento dei classici (nel libro c'è molto Brahms e vario Beethoven, oltre all"'immenso padre" di Eisenach) conduce all’estetica di chi si sente continuatore, anzi riformulatore, della tradizione (che non si può solo negare, si può solo ignorare!). La polemica virulenta verso i critici (tutti, non si salva nemmeno Mila) è l’altra faccia del rapporto con una terra di testate autorevoli e di sale blasonate. E Kagel non si defila dalle responsabilità pubbliche che lo vedono oratore all’inaugurazione della Filarmonica di Colonia ed al simposio "Il nome della Libertà" nei concitali giorni del dopo-Muro. la da operatore culturale e qui da compositore-filosofo, richiama all'impegno contro ogni qualunquismo ed ignoranza L'arte è politica, se la politica è impegno,e la violenta franchezza di molti suoi lavori teatrali è valsa a Kagel bordate di critiche tanto da destra che da sinistra. Rispondere a tono, allora, con argomenti sufficienti ad «amareggiare gli animi per i prossimi dieci anni», ma tornare subito al «raccoglimento e alla solitudine davanti al pentagramma» ed alla lettura, nutrimento intellettuale che traspare da ogni riga. Sul rapporto con il testo si conclude il libro, la parola destrutturata, manipolata o inventata (la “metalingua germanica”) del radiogramma, giovane genere prediletto. Chi può dire quale direzione prenderà lo sviluppo musicale?