Giornalista e professore universitario, teorico e critico militante, negli anni Settanta Filiberto Menna (1926-1988) pubblicava sulla stampa nazionale articoli e recensioni che si distinguevano, scrive Angelo Trimarco, per quella scrittura efficace, «senza aggettivi», che andava «dritta alle questioni e ai problemi dell’arte e della sua comprensione». Tratti da Corriere della Sera, Il Mattino, l’Unità e Paese Sera, i testi brevi raccolti in questo libro forniscono ritratti vividi degli artisti di quegli anni, da Kounellis a Pascali, da De Dominicis a Vettor Pisani, ma documentano anche la «critica della critica» che Menna portava avanti nel serrato confronto con altre voci forti e autorevoli dell’epoca, quelle di Tomás Maldonado, Bruno Zevi, Renato De Fusco, Germano Celant.