Recensioni / Il secolo lungo di Gendel, un newyorkese a Roma

Alla Fondazione Primoli libro e omaggio

Sorride, sornione, a chi lo definisce un monumento. E con la proverbiale (auto) ironia sibila: «Sí, ai caduti». Ma Milton Gendel – l’americano di Roma cittadino del mondo, in Italia dal 1949 – un monumento lo è davvero. Non tanto per l’età (classe 1918, compirà a breve 99 anni), quanto per la sua vita e il suo lavoro: intellettuale, scrittore, giornalista, uomo colto e raffinato, ma soprattutto fotografo, quell’attività per cui da tempo è celebrato con mostre personali e studi. L’ultimo, il più documentato, frutto di anni di ricerche, è quello di Barbara Drudi intitolato Milton Gendel. Uno scatto lungo un secolo. Gli anni tra New York e Roma. 1940-1962, edito da Fondazione Passarè-Quodlibet, che oggi alle 18 si presenta presso la Fondazione Primoli (via Giuseppe Zanardelli 1), con Claudio Strinati, Peter Miller e Diego Mormorio.
Un legame non casuale, quello tra Gendel e la Fondazione intitolata a Giuseppe (Gegè) Primoli, nobiluomo, dandy, coltissimo, mondano, dia rista, grande anfitrione tra Parigi e Roma a cavallo tra i due secoli, amico e sodale di artisti e letterati, nonché pioniere della fotografia tra cronaca e ritratto. Molte di queste caratteristiche si ritrovano infatti in Milton, il quale per certi aspetti è l’ideale prosecutore dell’esprit-Gegè. Ma soprattutto Milton vive e lavora in quello che fu l’atelier di Primoli, negli stessi fascinosi ambienti. E alla Fondazione ha donato il suo sterminato archivio di foto, che non smette di riservare sorprese.
Il resto, dentro e fuori il libro, è la Gendel-Antologia che ci si aspetta da uno come Milton. Uno che tra aristocrazia (del pensiero e non solo) e arti ha frequentato Breton («All’epoca un bizzoso signore di mezza età pieno di sé»), ospitato Anais Nin a New York e conosciuto un pantheon che annovera tutti: Peggy Guggenheim, Dalí, Cecil Beaton, Truman Capote, Bob Rauschenberg, Princess Margaret o sua sorella Elisabetta II d’Inghilterra, da lui immortalata in pose assai poco ufficiali, a Balmoral, indaffarata con la ciotola dei suoi amati cani.