Recensioni / Falsi scrittori più veri del vero

Nella sua esilarante Letteratura latina inesistente, Stefano Tonietto riporta opere e autori classici totalmente inventati. Sulla scia di una tradizione che va da Danilo Kiš a Bolaño.

Raramente si è vista una quarta di copertina più riuscita: "Il fatto, meramente contingente, di essere esistito non dovrebbe più costituire, per un autore, l`unico criterio di scelta". Ben detto! Difetto più, difetto meno, che sarà mai non essere vissuto? Se la cosa vale per ogni autore in genere, Stefano Tonietto si limita, per ora, ad applicarla agli scrittori della Roma antica, con un brillante studio intitolato appunto Letteratura latina inesistente. Un`altra letteratura latina che non avete studiato(Quodlibet). Questa parodia del manuale scolastico, strutturato cronologicamente e per generi letterari, propone risultati talvolta goliardici ma spesso esilaranti, frutto di una disciplina fantasma chiamata "Filologia Creativa". Vengono infatti presentate analisi di testi mai scritti, certo, ma quantomeno possibili, eventuali, ipotetici e potenziali, la cui mancata esistenza, come si è detto, costituisce in definitiva una pecca del tutto trascurabile. Ecco allora sfilare i nomi dell`epistolografo Calpurnius Bestia (con un effetto molto Monty Python) Ottaviano Angusto e Stertinio Venale, o l`esegesi del De bello Parthico, insieme ai maggiori esempi di letteratura poliziesca latina, e poi Floscio Gallo, i futuristae e i libera verba, Lellio Assiduo, Cazio, Quinto Sestio Settimio o il rondatore dell`archeologia Gaio Giulio Cacula. Facile individuare, negli scrittori latini per viam, i precursori di Kerouac e di tanti poeti on the road, mentre nel III secolo d.C. troviamo capitoli quali Glucosio e la tolleranza o La medicina in tarda età imperiale: Sigemundo... Sia chiaro: tutto questo nasce dalle tesi formulate da Jorge Luis Borges, tesi peraltro riprese nel 1983 dal serbo Danilo Kiš nella sua Enciclopedia dei morti (Adelphi). Il titolo proviene dal primo racconto di questa raccolta, dedicato a un`opera immaginaria in migliaia di volumi che, custodita nella Biblioteca Centrale di Stoccolma, riunisce le "biografie di tutte quelle persone dal 1789 in poi che non compaiono in nessun`altra enciclopedia". Ancora più esplicito il romanzo del cileno Roberto Bolaño, La letteratura nazista in America (1996, edito in Italia da Sellerio e Adelphi). In una lettera del 1993, lo scrittore confessava: "A volte mi tenta l`idea [...] di un dizionario completo che contenga tutti gli scrittori nazisti dell`America, dal 1962 in poi: opere, tendenze, influenze europee, regionalismi, drammaturgie e manifesti, riviste marginali, riviste effimere, editori, pubblicazioni e seminari, conferenze... Un dizionario che sia un romanzo che sia un dizionario tale e quale. Forse lo scrivo. Magari lo scrivo". E così fu, per la nostra fortuna di lettori. Con i suoi trentadue autori inventati di sana pianta, La letteratura nazista in America è forse il capolavoro del suo genere, e oltretutto sa scrutare a fondo la realtà sudamericana e statunitense. Come se non bastasse, l`appendice Epilogo per mostri offre un indice alfabetico di autori, case editrici, riviste e volumi citati nelle biografie. Insomma, più vero del vero; talvolta, anzi, anche meglio. Ma ritorniamo ai nostri latini, per apprezzarne l`affettuoso rapporto coi giorni nostri, a cominciare da un antico carmen usato per festeggiare le vittorie: "Est ille adulescens probus" (da ripetere tre volte). E che dire della lapide di un onesto plebeo arricchitosi con gli appalti: "Non pagò allo stato le tasse dovute. Fallo anche tu viandante"? Quanto ai frammenti di Aulus Pinna, Tonietto si diverte a rintracciare in essi le fonti dei più celebri fra i poeti contemporanei, da Leopardi ("Quid agis, Luna, in caelo? Dic mihi, quid agis taciturna Luna?") a Quasimodo ("Et subito vesperascit"). Libro per insegnanti ideato da un insegnante, ma anche per studenti arguti o per chiunque voglia ricordare i propri trascorsi liceali, questa Letteratura latina inesistente ha tuttavia un risvolto piuttosto inquietante. Davanti alla progressiva, apparentemente irreversibile svalutazione delle materie umanistiche, non è difficile prevedere che, fra pochi anni, a diventare inesistente sarà l`intera letteratura: "Sic transit gloria mundi". Dunque, niente di meglio che prepararci alla sua scomparsa, se non altro, ridendo.