Recensioni / Scripta manent

A tavola, nei confronti degli animali domestici e persino nella stanza da bagno: ecco come sono cambiate le nostre abitudini nel corso cella storia

[…] Una questione di linguaggio, dunque, e non la sola che condiziona la nostra vita. A fagiolo, appunto, cade il caso di A che ora si mangia? (Quodlibet, 10 euro), veloce ma efficace libriccino del sempre bravo storico Massimo Barbero sui cambiamenti di orario dei pasti nella storia. La svolta è fra Londra e Parigi a fine ’700, quando dopo un progressivo procrastinamento, il pranzo negli ambienti aristocratici, probabilmente per motivi di differenziazione di classe, arrivò a essere consumato intorno alle 18 o 19, a vantaggio di un irrobustimento della colazione a metà mattina e un’atrofizzazione della cena. Indi la moda passò alle classi medie in Europa e America, per poi riassestarsi nel ’900. Oggi i dietologi plaudirebbero agli usi ottocenteschi, ma che caos con i nomi: colazione, prima colazione, déjeuner, déjeuner à la forchette, pranzo, cena. Oggi quando pranzate lo chiamate pranzo o colazione? Qui Barbero è pionieristico perché l’argomento è quasi inesplorato, e permetterebbe di chiarire molte abitudini del passato, specie quando si parla. […]

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