Fra i maggiori teorici del formalismo, a Viktor Sklovskij (1893-1984) capitò di vivere nell'epoca di Stalin e del cosiddetto “realismo socialista”. Riuscì a cavarsela pur continuando a scrivere una quantità di saggi, di racconti e memorie caratterizzate da uno stile sempre telegrafico, denso e pungente come nel Marco Polo, riscrittura del Milione, un inno alla necessità dell'altrove dove Pietroburgo e Venezia si scambiano le parti: ce ne parla Massimo Raffaeli.
Ascolta il podcast.