Recensioni / Scolastica iper-reale

E non è per niente un caso che, sul secondo dei miei tre tavoli da lettura (pascolianamente, inesistenti), di fianco a Orecchio sia finito questo libro che, anche per chi non abbia mai avuto a che fare con la latinità, o con la decadente professione dell’insegnamento della letteratura, sembra rifulgere di tutti i crismi della necessità. Tonietto pare fregiato delle stigmate di una lucida e pervicace follia. Non solo perché continua a insegnare, ma soprattutto per l’opera per cui sarà ricordato in saecula, un poema cavalleresco in 4633 ottave, dal cervantesco nome di Olimpio da Vetrego. Novello e improbabile Ariosto di questi tempi cupi, maestro vero dell’endecasillabo, chiunque abbia in qualche modo a cuore le sorti della poesia deve – senza eccezione – procurarselo. Quando arriveremo alla catastrofe saranno queste le nostre uniche ancore di salvezza. Ma veniamo a noi, a quello che è a tutti gli effetti un manuale di letteratura latina, come quelli che affliggono gli studenti liceali. Ne ha tutte le caratteristiche: l’esaustività, la diacronia, la didascalia, la precisione, la puntigliosità, la documentazione – a tratti, anche la doverosa noia. Un percorso dalle origini (l’ossessione per le prime tracce di qualcosa, così razionalista, storicista) alle decadenze (la mania di considerare le civiltà come esseri viventi, e soprattutto moribondi, così romantica), che tiene conto di stratificazioni di accademia, consolidamento di trend d’opinione, pile di discriminanti filologiche, genealogie di manoscritti, metodi del Lachmann. Tutto perfettamente dove dovrebbe essere. Eppure, non una sillaba dei testi riportati corrisponde a verità, e anche chi può fregiarsi della patente di realtà viene dislocato, deformato, in una parola (quella letterariamente più bella): falsificato. La meraviglia è che tutto quello che c’è qui dentro (comprese alcune memorabili prese per il culo, stilisticamente impeccabili, è perfettamente (alla latina: definitivamente) falso. E, anche quando apertamente – ma sempre sottilmente – canzonatorio, del tutto plausibile. Del resto, la nostra conoscenza degli autori latini ha dovuto sottostare alla cesoia dei copisti medievali, degli “armonizzatori” cristiani, di scolastici, mistici e inquisitori d’ogni sorta, quindi per quale motivo dovremmo dubitare dell’esistenza di un tale sommerso che aspettava solo il temerario ritrovamento? Spassoso e prezioso.