Recensioni / Levinas e il nazismo. No ai miti del sangue

Quando, subito dopo la guerra, apparve tutta l'enormità dei crimini commessi dal nazismo, dapprima alcune voci isolate, poi tutte si domandarono come fosse stato possibile che ciò avvenisse all'interno di uno dei punti più alti raggiunti dalla civiltà occidentale. La risposta può darla solo la ricerca storica; arricchita però da tutti gli strumenti dell'indagine politica, sociale, psicologica. Su tutti questi aspetti, infatti, sono usciti libri fondamentali. Non così per la filosofia "pura", poiché le sue generalizzazioni, nella loro astrattezza, appaiono mancare di rispetto per le vittime.
A posteriori, dunque, alla filosofia è imposto il riserbo. Tanto più sorprende che, prima che il nazismo rivelasse le sue essenza con i suoi delitti, una voce filosofica avesse già attinto l'altezza della profezia. Nel 1934 Emmanuel Lèvinas (1905-94) scrisse sulla rivista «Esprit» che «l'hitlerismo è un risveglio di sentimenti elementari... che pone in questione i principi stessi di una civiltà «Qui non è questo o quel dogma della democrazia, del parlamentarismo... o della politica religiosa a esser messo in causa. È l’umanità stessa dell'uomo».
Alcune riflessioni sulla filosofia dell'hitlerismo e un testo breve ma fondamentale. Dieci pagine, che ora leggiamo per la prima volta in italiano (Quodlibet, via Padre Matteo Ricci 108, 62100 Macerata), introdotte da Giorgio Agamben e seguite da un lungo e penetrante saggio di Miguel Abensour, che le intetpreta alla luce dell'itinerario complessivo di Lévinas (in particolare del saggio del 1935 De l’Evasion) e del suo rapporto con Heidegger, di cui fu allievo e ammiratore nel 1928-29. L'hitlerismo volta le spalle a tutta la scoria dell'Occidente perché «incatenando» l'uomo alla sue natura biologica, al «fatto compiuto» del corpo, del sangue e della razza, è la negazione più radicale della libertà. Spazzata via l'essenza della civiltà, dal cristianesimo («il potere di rinnovamento» che esso dona all’ anima fonda «l'uguale dignità di tutte le anime») al liberalismo, verrà) «un mondo di padroni e schiavi... la guerre, la conquista». Purtroppo le potenze occidentali non lessero questa profezia, che è per Agamben «forse l'unico tentativo riuscito della filosofia del Novecento di fare i conti con il nazismo».
Einmannel Levinas, «Alcune riflessioni sulla filosofia dell'hiltlerismo», Quodllbet, Macerata 1996, L, 18.000.