Recensioni / Mosca-Petuški poema ferroviario

Pare che nel 1988 in Unione Sovietica il poema Mosca-Petuški l’avessero letto tutti: “dal vetturino al primo poeta”. Quell’anno il libro non era formalmente pubblico. I Sovietici, però, allora, leggevano soprattutto volumi autopubblicati (Samizdat), che altrimenti non avrebbero superato il veto della censura. Il romanzo di Erofeev descrive in modo crudo e diretto l’insofferenza nei confronti del regime e l’irreversibile stato di disperazione dell’enorme popolazione di alcolizzati. La prefazione comincia con: «Questo è un libro, dove sui treni i biglietti si pagano un grammo di vodka al chilometro, e i controllori vanno in giro con bicchieri e se li fanno riempire dai passeggeri, e se un passeggero ha il biglietto vero gli altri passeggeri lo guardano malissimo».

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