Recensioni / Viola e il calcio: il «quiz» dell’imponderabile

«Prodigio Rivera è ancora possesso della palla al limite dell’area interista. Gli si fa incontro Burgnich. Scartato anche Burgnich. Rivera passa a Prati. Arriva Pierino e gol, gol, gol. Ha segnato Prati: Milan 1, Inter O». È il frammento di cronaca di un derby della Madonnina armi Sessanta-Settanta. L’autore è il compianto giornalista Rai, di famiglia salernitana, Beppe Viola. «Milan 2», questo il titolo del testo, fulcro di una raccolta di scritti dell’opinionista che la casa editrice Quodlibet propone nel libro «Sportivo sarà lei». Narrazioni brevi sull’universo-pallone unite ad altre storie di vita, raccontate con quel tratto di ironia e sarcasmo che hanno caratterizzato la penna di Viola. Da leggere con attenzione l’articolo pubblicato sul quotidiano Il Giorno nel febbraio del 1981 e riguardante la figura dei presidenti dei team: «Rende aldilà del calcio. Bastano un paio d’anni alla testa di una squadra professionistica per acquistare potere, amicizie importanti, popolarità. Tutte cose che producono affari e quindi denaro». Poi elenca una collana di strafalcioni, come quello di un allenatore che dichiarò: «Nel calcio non si può mai dire chi vincerà, perché c’è sempre quel quiz d’imponderabile», o quello del presidente del Bologna Renato Dall’Ara: «E si ricordi che per ogni evenienza sine qua non, siamo qua noi». Un volume che si segnala per l’efficace geografia di stati d’animo disegnati attraverso una scrittura geniale e raffinata e per quel segno allegorico capace, come pochi, di esprimere le più sottili tonalità emotive dei personaggi.

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