Recensioni / Il corpo dei Santi è tempio vivo dello Spirito Santo

L'Istruzione recentemente promulgata dalla Congregazione delle Cause dei Santi - Le reliquie nella Chiesa: Autenticità e Conservazione - ha riportato l'attenzione su questo importante aspetto della religiosità popolare, ricordato anche dal Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC 1674) tra i "sacramentali". Da sempre nella Chiesa le reliquie hanno ricevuto particolare venerazione e attenzione, poiché i corpi dei Beati e dei Santi, destinati indubbiamente alla risurrezione, sono stati sulla terra tempio vivo dello Spirito Santo, nonché strumento della loro santità. Le reliquie non possono però essere esposte alla pubblica venerazione senza il certificato con cui l'autorità ecclesiastica ne garantisce l'autenticità. Tradizionalmente sono considerate "reliquie insigni" i corpi dei Beati e dei Santi o le parti notevoli dei corpi stessi, oppure l'intero volume delle ceneri derivanti dalla loro cremazione. A queste reliquie le autorità ecclesiastiche riservano una speciale cura, vigilando al fine di assicurarne la conservazione e la venerazione, ma soprattutto per evitarne gli abusi. È quindi necessario che siano custodite in apposite urne sigillate, collocate in luoghi volti a garantirne la sicurezza, ma al tempo stesso ne rispettino la sacralità e ne favoriscano il culto. Vengono invece considerate "reliquie non insigni" i piccoli frammenti del corpo dei Beati e dei Santi, oppure anche oggetti che siano stati a contatto diretto con essi. Debbono essere custodite possibilmente in teche sigillate. Assolutamente da evitare ogni forma di superstizione e di mercimonio nell'approcciarsi al mondo delle reliquie, fenomeni che non sono mancati nel corso della storia.
Disciplina analoga trova applicazione anche ai resti mortali (exuviae) dei Servi di Dio e dei Venerabili, dei quali le cause di beatificazione sono in corso. Finché non sono elevati agli onori degli altari, quei resti non possono però godere di culto pubblico e neppure di quei privilegi che sono riservati soltanto al corpo di chi già è stato beatificato o canonizzato. La nuova Istruzione presenta la procedura canonica da seguire per verificare l'autenticità delle reliquie e dei resti mortali, garantire la loro conservazione e promuovere la venerazione delle reliquie. Diverse sono le procedure specifiche possibili: ricognizione canonica, prelievo di frammenti e confezione di reliquie, traslazione dell'urna e alienazione delle reliquie. Viene inoltre specificato come poter ottenere il consenso della Congregazione delle Cause dei Santi a tali operazioni e la procedura da seguire per il pellegrinaggio delle reliquie. È il vescovo diocesano, previo il consenso della Congregazione, ad essere competente ad effettuare tutte le eventuali operazioni sulle reliquie o sui resti mortali. Occorre ovviamente osservare quanto prescrive la legge civile locale ed ottenere il consenso dell'erede. Prima della beatificazione dí un candidato, sarà il vescovo ad invitare l'erede a donare i resti mortali alla Chiesa, affinché se ne possa salvaguardare la conservazione. Viene alla mente il caso di Santa Gianna Beretta Molla che, invece, ancora oggi riposa al cimitero nella cappella di famiglia.
Nel corso dei secoli, le reliquie hanno accompagnato le vicende di tante comunità, religiose quanto civili. In tempi recenti, alcune di esse sono state anche occasione di vicinanza ecumenica con le Chiese Ortodosse, come è avvenuto, per esempio, lo scorso anno con il pellegrinaggio in Russia di una reliquia di San Nicola, che ha attirato folle considerevoli. Un libro appena pubblicato merita di essere segnalato: Guida alle reliquie miracolose d'Italia, scritto da Mauro Orletti e edito da Quodlibet Compagnia Extra. Il testo fa da guida in un viaggio dal Nord al Sud della nostra penisola, tra frammenti di corpi umani e piccoli oggetti appartenuti a Santi e Beati: un modo per entrare anche fisicamente in contatto con una profonda spiritualità

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