Recensioni / Quegli scritti scanzonati del maestro Beppe Viola

«... Siamo al 14' del primo tempo. 11 Milan ha attaccato per tutta la partita, l'Inter ha dimostrato di avere fortuna sfacciata. 0-0 la situazione. Sogliano ha la palla e passa a Rivera. "Prodigio" scarta Bedin, supera in velocità Facchetti. Rivera è ancora in possesso della palla al limite dell'area interista. Gli si fa incontro Burgnich. Scartato anche Burgnich. Rivera passa a Prati. Arriva Pierino e gol, gol, gol. Ha segnato Prati: Milan 1, Inter 0. Sugli spalti un grido solo: Mi-lan, Mi-lan, Mi-lan. I serpenti stanno piangendo... ».
Si capisce che il frammento di cronaca succitato fa riferimento ad un derby della Madonnina degli armi Sessanta-Settanta. L'autore è Beppe Viola, il quale continuando nel testo con sfacciata schiettezza si dichiara sostenitore dei rossoneri. «Milan 2», questo il titolo del testo , fa parte di una raccolta di scritti, articoli, appunti del grande giornalista che la casa editrice Quodlibet ha deciso di riproporre nel volume Sportivo sarà lei (euro 17,OO, pag 239). Narrazioni brevi sul pallone unite ad altre storie di vita, ma tutte insieme si presentano con quel tratto di ironia e sarcasmo che hanno contraddistinto la penna di Beppe Viola, pardon di uno «Quelli che...» la propria vita l'ha presa per come si presentava. Sono uno spasso questi "fogli sparsi" del noto cronista Rai che si dichiarava figlio di quella via Lomella, «una zona poco raccomandabile della raccornandabilissima città di Milano», e che ci lasciò troppo presto nell'ottobre del 1982, a soli 43 anni.
Le sue note pallonaie ci portano a conoscere il vero ideatore della moviola della «Domenica Sportiva», Heros Vitaletti e di quella prima volta che in tv, attraverso la macchina del rallenti, venne smentita la decisiva presa di posizione di un direttore di gara. Era il 1967, ancora un derby Inter Milan, l'arbitro convalidò in gol una palla che dalla traversa era scivolata solo sulla linea di porta, le immagini di Vitaletti dimostrarono poi il contrario e di iniziò la storia vista su uno schermo del «gol sì-gol no», del «rigore certo-rigore incerto». Tutto da leggere è l'articolo che usci sul quotidiano «Il giorno» (febbraio 1981) e dedicato ai ricchi scemi del futbol, cioè ai presidenti delle società. Gente opportunista, spregiudicata (oggi al loro posto ci sono i procuratori), la cui proprietà di un club «rende al di là del calcio. Bastano un paio d'anni alla testa di una squadra professionistica per acquistare potere, amicizie importanti, popolarità. Tutte cose che producono affari e quindi denaro».
Poi Viola ci regala una breve collana di strafalcioni come di quell'allenatore che se ne esce: «Nel calcio non si può mai dire chi vincerà, perché c'è sempre quel quiz d'imponderabile» o del grande presidente del Bologna "tremare il mondo fa", Renato Dall'Ara, che una volta fece bisticcio sul latino: «E si ricordi che per ogni evenienza sine qua non, siamo qua noi» o di quell'altro presidente che davanti ai cronisti sbombò: «Non parlo. Sono sull'Avellino». Certo le narrazioni più belle e divertenti messe insieme in Sportivo sarà lei non sono quelle sul calcio, ma tutte le quasi duecentocinquanta pagine del volume fanno lo scialo del lettore che ritrova la scrittura geniale, lo stile fine e scanzonato di un fuoriclasse (come non ce ne sono più) del nostro giornalismo scritto e parlato. Che, attenzione, ha pure l'accortezza di spiegare alla sua maniera il perché gli operatori della scrittura spesso fanno ricorso a "quella grossa invenzione" che sono i tre puntini di sospensione (...), « Quando uno non sa più che cazzo dire - riporta. Viola - spara fuori i suoi bravi puntini, tutti belli in fila e, trae, sembra quasi che dica io lo so, ma non lo dico... ».

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