Recensioni / Si trovano su Facebook, corrono all'Ikea e fanno l'amore (ma sono già morti)

Un ragazzo cerca la compagna su internet e la trova. Dopo una cena al ristorante e incontri più ravvicinati compiono la prima vera uscita di piacere al grande magazzino svedese. Dove tornano per metter su casa e costruire una precaria felicità.

Ne La casa di cartone annegano sentimenti, scelte e pensieri. Il protagonista è un ragazzo che nasconde timidezza e inesperienza dietro comportamenti spacconi in realtà soffrendo desolazione e solitudine. Per l'intero giorno smanetta il suo computer frugando tra le immagini di facebook. Studia volti di ragazze, soffermandosi per ognuna su gli «amici» e eventuali altri indizi che gli permettono di inquadrarla. Conta il numero di mi piace che ha cumulato. I post che ha condiviso. Crede di aver trovato la «giusta» - quella che fa per lui... Finalmente si vedranno stasera in un ristorante, si conosceranno, si scambieranno battute qualunque e appelli allusivi, decidono di piacersi. Dopo la cena in giro per Roma. Al Gianicolo si baciano intensamente e a lungo (il resto è immaginabile). Sono felici (e ovviamente trascurano di ringraziare internet che gli ha comprato l'amore e questo stato di grazia) . Ma gli «acquisti di pezzi di umanità» non finiscono qui. Loro vogliono continuare a essere felici (e possibilmente sempre più felici). E cosa c'è di meglio dell'Ikea il cui catalogo sembra il «depliant di un viaggio in Svezia»?
La loro prima uscita di piacere è proprio una visita all'Ikea di Roma. Il primo piano sfolgorante di luci e specchi ospita una arrapante mostra di camere da letto salotti cucine bagni il tutto all'insegna della bellezza, efficienza e semplicità. Abbacinati non si soffermano più di tanto pensando senza dirselo che un giorno torneranno con ben altra partecipazione. Scendono al piano di sotto dove si sviluppa un gigantesco spazio vendita di oggetti di cartoleria quaderni block notes agende album da disegno matite penne scatole di colori spatole tavolozze da pittore... Storditi comprano per 0,79 centesimi una elegante biro e escono! Di lì a qualche settimana o mese vi tornano con maggiore speditezza. Ripetono la visita forse con occhi più aguzzi a divani poltrone vasche e vasi da cesso (della linea che più elegante non si può) scendono al piano di sotto e comprano un block notes ancora per pochi centesimi. È proprio vero all'Ikea pagare costa meno che consumare!
Passa ancora qualche mese e forse anno e vi tornano per l'ennesima volta: hanno deciso di vivere per proprio conto (lontano da genitori e appartamenti in comune) e costruirsi il nido in cui godersi per intero la loro privatezza. Compreranno un letto o un divano con letto incorporato che si tira da sotto e il rischio che occupi per intero lo spazio della stanzetta? Certo con il letto che si tira da sotto la ricerca delle posizioni per fare all'amore è difficoltosa (escludente del meglio) e il lettore non saprà che scelta faranno. Completeranno gli acquisti con cuscini e pouf, bicchieri e bicchierini, porta saponi, minibicchierini porta pillole, specchietti regolabili e una quantità di altri oggetti di dimensione minimali tra tavolini e tavolinetti, poggia piedi e armadietti... E ora a casa con gli scatoloni che contengono gli oggetti acquistati e che piacere aprirli e montar con le proprie mani il letto o quel che sia in cui dormiranno!
L'idea di una più evidente intimità è confermata dal cambiamento del linguaggio e l'uso sempre più frequente di «vezzeggiativi e diminutivi» utili a veicolare la «tenerezza». Si adegueranno. «Amore» e «tesoro» diventano «amò» e «tesò». Inizia - ma a loro insaputa ha già fatto molta strada - il processo di smaterializzazione della realtà. Il perenne rumore del truciolato dei mobili unito al borbottio di una televisione sempre accesa spegnerà ogni altra voce e avvertimento. Continueranno a fingere di essere felici non sapendo di essere già morti.

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