Recensioni / Bookstore - Gio Ponti e Milano

Trentacinque architetture milanesi, tutte diverse e tutte dello stesso autore, compongono questa nuova guida alle architetture costruite da Gio Ponti nel capoluogo lombardo tra il 1920 e il 1970 Raccontate dalla figlia Lisa Licitra con testi sintetici che accompagnano alla descrizione ricordi personali, introdotte da una prefazione di Stefano Boeri e rivelate secondo una lettura a volte sorprendente dall'occhio fotografico di Paolo Rosselli, le architetture selezionate per questo agile volume confrontano, in un'efficace sinergia d'intenti, le nuove immagini con documenti, disegni e iconografia storica appartenenti all'archivio fotografico e all'epistolario di Gio Ponti Nella prefazione Stefano Boeri affronta il tenia del rapporto tra Ponti e Milano, individuando la città meneghina come il luogo principe di «una continua sperimentazione». E in effetti a Milano l'architetto declina il suo rigoroso eclettismo. Un percorso progettuale scandito nelle varie scale d'intervento (disegno urbano, architettura, interni, dettagli e oggetti), accompagnato da una carica critica e da una curiosità riversata nelle pagine delle riviste da lui dirette - «Stile» e «Domus» - e nelle testimonianze, articoli e brevi saggi, per il «Corriere dello Sera». Tra design e architettura (le più interessanti, forse, quelle appartenenti al periodo del sodalizio con Emilio Lancia) Ponti oscilla con velocità e sapienza, declinando una pluralità di espressioni, segni, figure, Facciate, colori e facendo di «ogni opera un mondo a sé» Come ci ricorda Boeri: «a fronte di un sostanziale eclettismo, il rigore di Gio Ponti sta nell'avere intenzionalmente perseguito un'architettura che avesse linguaggi diversi, purché capace di esprimerli a tutte le scale».