Recensioni / Il barbone Mozziconi, che Malerba dedicò ai ragazzi

Luigi Malerba scrisse Mozziconi nel 1975. Era un libro destinato ai ragazzi, ma spesso i libri per ragazzi, da Pinocchio a Peter Pan, non smettono mai di essere riletti, anche perché un buon lettore non diventa mai veramente adulto. Mozziconi è quello che in modo un po' arcaico si definiva un clochard, quando i vagabondi, altrimenti detti “barboni” non erano ancora vissuti come un problema sociale e magari, come nei film di Zavattini, andavano in cielo a cavallo di una scopa. Mozziconi è un contestatore che si accampa sulle rive di un Tevere lurido come non mai e manda, per così dire, messaggi ai cittadini che guardano distrattamente dall’alto. Scrive addirittura la parola “merda” usando alcune piante, in modo che l'invettiva diventi permanente. Ogni tanto legge i giornali che trova sulle rive del fiume e gli viene voglia di cambiare le parole a cominciare dai titoli. Messaggi in bottiglia affidati alle acque? Malerba, in tutti i suoi libri, indaga le ambiguità delle parole e bisogna sempre ricordare che il suo libro d'esordio (1963) era significativamente intitolato La scoperta dell'alfabeto. Stufo di tutto, Mozziconi compie un gesto anarchico e surreale: arriva a buttare, pezzo dopo pezzo, la sua baracca dalla finestra compresa una stufa molto pesante. Un gesto molto malerbiano che si conclude con l'interrogativo: ma si può buttare anche la finestra dalla finestra? Mozziconi fu anche adattato per la tv e interpretato da Leo Gullotta. È stato ora ripubblicato da Quodlibet.