Il romanzo continua a essere la
forma più popolare e trainante
della letteratura odierna. Lo è da
almeno due secoli, nonostante
ripetute voci di declino e di morte.
Al romanzo degli anni Duemila e
alla critica letteraria che ha cercato
di storicizzarlo e interpretarlo è dedicata La realtà rappresentata, importante e utile antologia saggistica curata da Raffaello Palumbo
Mosca. Il volume presenta brani significativi di alcuni dei migliori critici di letteratura italiana contemporanea (Wu Ming, Moretti, Testa,
Giglioli, Cortellessa, Simonetti,
Manica, Cordelli, Tricorni, Scurati,
Casadei, Donnarumma, Mazzoni,
Fusillo, F. Bertoni, Ercolino, Siti,
Rosa, Berardinelli, Marchesini,
Onofri, Ficara), introdotti ciascuno
da critici più giovani e scelti dal curatore per la «prospettiva originale
e in grado di creare dibattito». Si
tratta quindi a propria volta di
un'antologia militante, che intende
non solo fare il punto della situazione ma anche rilanciare temi e
problemi a critici e scrittori, in
un'ottica di confronto comune e di
incentivo reciproco.
Nella precisa e acuta introduzione Palumbo Mosca mette in rilievo i riferimenti alla tradizione
moderna del genere, il dislivello
originario tra il romanzo italiano e
quello di altre nazioni europee
(Gran Bretagna, Francia, Russia),
la fertile e insieme cauta eredità
manzoniana, gli anni d'oro della
narrativa italiana tra Otto e Novecento (Verga, d'Annunzio, De Roberto, Svevo), l'illuminante «costellazione» novecentesca di Gadda, Fenoglio e Primo Levi.
La narrativa del Duemila affonda per lo più le radici anche biografiche negli anni del cosiddetto postmoderno. Le categorie storiche
hanno lasciato il posto a forme di
incrocio e di ibridizzazione che per
alcuni aspetti hanno ricondotto il
romanzo alle sperimentazioni settecentesche, all'unione frequente
e fruttuosa di racconto e riflessione. Da un lato romanzi indirizzati
direttamente al consumo dall'altro
ricerche di nuove strutture espressive che spesso, in modo imprevisto, hanno avuto maggiore successo di prodotti preconfezionati. Si
pensi alla fortuna incontrata da
Gomorra di Roberto Saviano
(2006) e dalla Scuola Cattolica di
Edoardo Albinati (2016).
Palumbo Mosca confronta questi
e altri esiti, promuovendo romanzi
che non rinunciano alle proprie esigenze e possibilità di esplorazione
e mimesi del mondo ed eventualmente anche di una sua ipotetica
reinvenzione. Di fronte a proposte
crescenti di romanzi «medi» di
massa la «risposta più credibile
sembra sia venuta da quei testi che
ibridano la forma romanzo con altri
generi, soprattutto il giornalismo e
il saggio». In quest'ottica Palumbo
Mosca propone alcuni titoli e nomi,
da «L'abusivo e Cronaca della fine di
Antonio Franchini, passando per i
volumi storico-saggistici, eppure
sempre narrativi ed esperienziali di
Affinati, fino alle indagini sul Male
di Tarabbia, la narrativa nonfiction
di Leogrande e il saggismo monumentale di Lettori selvaggi di Giuseppe Montesano».