Recensioni / Sulla vita di Cristo, col fascinoso compendio di Pascal

L’unica copia che si conosca dell'Abrégé de la vie de Jésus-Christ di Blaise Pascal fu ritrovata nel 1854, insieme ad altri inediti. Nello stesso anno I'operetta venne pubblicata sulfa "Revue Ecclesiastique", che era di ispirazione giansenista. Si tratta di un lavoro quasi certamente rimasto incompiuto (lo si può notare dalla ripetizione di alcuni numeri, da scansioni interne e singoli numeri che non si riferiscono a episodi autonomi, dal frequente uso degli "eccetera"). Si potrebbe però definire compiuto il disegno di questo scritto.
Occorre ricordare che Pascal ha seguito vari modelli, che la critica non ha faticato a individuare. A esempio, Pierre Mesnard, che ha curato la recente edizione critica delle opere del filosofo francese (l'Abrégé si trova nel III volume, Parigi 1991), ha ricostruito anche le fonti, le citazioni, i riferimenti. Oltre ai Vangeli, questo filologo indica il Tetrateuchus di Giansenio, pubblicato postumo nel 1639, quindi una Series vitae Christi Jesu juxta ordinem temporum, che è anche l'opera più seguita da Pascal. Seguono poi l’Historia et Concordia Evangelica
di Arnauld nell'edizione del 1653), quindi tre opere di un altro Giansenio, vescovo di Gand, tra le quali, troviamo storie e concordanze evangeliche. Meno certe sono invece opere che in quel tempo erano considerate di grande autorità, quali l'Historia ac Harmonia evangelica di Jan de Buisson, che era una fonte privilegiata da Arnauld, o i celebri Annali del cardinal Baronio.
L'intento di Pascal era quello - simile ai tentativi di Giansenio e di Arnauld - di offrire in un testo unico la narrazione dei Vangeli, cercando di superare le incongruenze e le discordanze entrate a suo tempo nella composizione degli scritti sacri. Ordinare dunque la narrazione evangelica in una successione cronologica che corrispondesse alla vera vita di Gesu (la quale non poteva presentare, nel suo reale svolgimento, lo stesso miracolo o la medesima parabola in tempi diversi). Problemi analoghi se li era già posti Sant'Agostino nel De consensu evangelistarum, dove il sommo dottore indagò il problema dell'armonia tra i Vangeli e cercò di uniformare unificandoli i quattro racconti.
Dunque l'operetta di Pascal fa parte di questo genere, che ha radici nella storia cristiana e che i maestri di Port-Royal ripresero insieme alle meditazioni agostiniane. Possiamo aggiungere che Pascal scrisse questa sua vita di Gesù nel 1655. Ma più che una data storica si direbbe un anno assoluto. Il grande francese procede senza tener conto della critica, della filologia, delle nuove istanze dell'etica, delle proposte avanzate in quegli anni dell'esegetica, non v'è traccia di uso di apocrifi. Non dimentichiamoci che nel 1655 Descartes e gia scomparso da un lustro e che Spinoza sta per essere bandito dalla sinagoga di Amsterdam (non va sottovalutato il fatto che il primo biografo di Spinoza. Lucas, che scrive la vita del suo maestro prima della fine del secolo, tenterà dei paralleli tra la vicenda umana del Cristo e quella dello stesso Spinoza).
Va notato che l'operetta è percorsa da una singolare passione. Pascal parla sempre di «Evangelo», al singolare, e ricorda che le vie delta rivelazione che portano alla salvezza sono soltanto quelle dei testi autentici, ai quali occorre accostarsi sempre con umiltà. Non si creda che l'Abrégé sia noioso o debole, al contrario. C'è una testimonianza insospettabile, quella che ci ha lasciato l'antiscristiano Fredrich Nietzsche in Aurora, che spiega meglio di ogni possibile critica il valore di queste pagine: «Il colloquio di Pascal con Gesù è più bello di qualsiasi cosa nel Nuovo Testamento. È la grazia più malinconica che abbia mai preso la parola. Da allora non si è continuato a poetare di questo Gesù, perciò dopo Port-Royal il cristianesimo è in decadenza ovunque».
Un'opera da meditare, da avere. Una piccola ma elegante casa editrice propone ora la traduzione con una bella introduzione di Michele Ranchetti. Sono pagine che precedono quelle dei Pensieri e che si leggono quasi per prepararsi ad essi. Teniamole presenti. Anche l'editoria di oggi sa offrire delle autentiche perle.
Blaise Pascal, «Compendio della vita di Gesù Cristo», Quodlibet, Macerata 1995, pagg. XX+60, L. 14.000 (informazioni allo 0733/231922).