Recensioni / In mostra a Fiesole: l'arte di impossessarsi delle città con una matita

Lo sguardo di Pericoli innamorato di New York
Tre disegni per uno sviluppo complessivo di 34 metri: la grande mela si srotola in una raffigurazione in cui tutto è veto e tutto assolutamente inventato

Fiesole È la prima volta che espongo insieme tutti questi lavori e devo dire che mi fa un certo effetto». Matteo Pericoli, appena arrivato da New York dove vive da 10 anni, commenta cosi l’allestimento della sua mostra nella Basilica di Sant'Alessandro a Fiesole.
E in effetti c'è davvero da rimanerci di sasso. Perché ci si trova davanti alla spettacolare messa in scena di un'ossessione, una specie di sublime forma maniacale trasformata in espressività, in operazione estetica. Per capirla basta far parlare i numeri. In mostra, tra gli altri, ci sono tre disegni di New York che in tutto totalizzano ben 34 metri di lunghezza, accompagnati da 1.400 fotografie dello stesso soggetto. Come se non bastasse, di uno di questi rotoli che scorrono davanti agli occhi come fossero un film, Pericoli ha contato tutte le finestre degli edifici raffigurati. Per la cronaca: 36.000. Mentre le linee servite per rendere visibile il Palazzo dell'Onu sono «soltanto» 3000. Una cosa che ti viene mal di testa solo al pensiero di disegnarne la metà. Figurati a contarle.
Tutto nasce nel 1998, complice un battello per turisti, di quelli che fanno il giro di Manhattan in tre ore, dove nessun newyorkese si sognerebbe mai di salire. E infatti Matteo Pericoli è nato a Milano, nel 1968 (il mitico, celebrativo 4 luglio, guarda le coincidenze). È li che ha studiato, al Politecnico. Subito dopo la laurea, parte per gli Stati Uniti e raggiunge la Grande Mela. Qui lavora nello studio di Richard Meier dove impara a disegnare e a non disdegnare i dettagli. E poi va in bicicletta. Tutti i giorni della 102 ° alla 36° strada. Avanti e indietro, guardandosi intorno. Cercando di capire, di assorbire, di impadronirsi dei segreti dell'ambiente che lo circonda. È architetto ed è figlio di Tullio Pericoli, il grande disegnatore, una specie di mago della matita, per cui è quasi normale trovare questo tipo di soluzione: come ci si può impossessare di Manhattan? Disegnandone gli edifici, naturalmente. Prima pensa di inquadrare con il suo occhio, la sua macchina fotografica, la sua matita il pezzo di strada che percorre per andare al lavoro. Poi sale sul Circle Line, l’imbarcazione che circumnaviga Manhattan, e gli viene in mente che in fondo l’isola potrebbe anche disegnarla tutta. «Ero affascinato dell' estensione, dall'incredibile varietà di una città di cui tutti conoscono solo una minima parte, sempre la stessa. E poi mi piaceva la calma, la tranquillità che si respirava spostandosi lentamente».
E così, su un rotolo di carte da schizzo solitamente utilizzato dagli architetti, Pericoli inizia la sue «presa di possesso» di Manhattan. Ci vogliono più di due anni e due fogli di carte di 12 metri ciascuno perché l’impresa sia portata a termine. Ne viene fuori un libro che ha un grande successo negli Stati Uniti, stampato anche in Italia da Leonardo International: Manhattan unfurled, Manhattan svelata. La cosa singolare è che è tutto veto e nello stesso tempo assolutamente inventato: dettagliatissimo ma, come dire, fatto a occhio. È un'astrazione che ha come punto di partenza quasi una paranoia della realtà. Le linee di Pericoli aiutano a vedere. Ma con i suoi occhi, come fosse lo sguardo di un innamorato sul corpo della donna amata. Lui ce lo racconta. Ma sarà davvero così? Insomma, chi guarda riconosce e nello stesso tempo si perde.
Oggi questa città narrata si srotola davanti a noi e ha il sapore della memoria. Non soltanto per quell' aspetto di antica mappa che evoca il bianco e nero, ma perché la storia, con il crollo delle Torri gemelle, ha ferito per sempre lo skyline interpretato da Pericoli.
«Quando mi è arrivato il libro - dice oggi l’artista - il mio lavoro era stato trasformato dalla tragedia».
Ma intanto New York chiama e lui risponde. Se Manhattan è un’ isola, questa ha un centro che è Central Park, «il buco dalla ciambella». L'idea è quella di far seguire all'immagine dalla città spinta ai suoi limiti, a ciò che si vede dall'acqua, tutto quello che si affaccia sul parco. Nasce così il disegno Manhattan Within, con il relativo libro che da noi stampa Bompiani con il titolo Il cuore di Manhattan. Qui gli edifici sono visti al di là dal verde dal parco, come sopra una nuvola, suggerisce Pericoli. E in questo rotolo inoltre compare il colore e un nuovo modo di tracciare segni. L'artista ritrae un palazzo con la matita colorata, poi prende i pastelli a olio e copre tutto con uno spesso strato di colore, tanto che lo schizzo che ha steso sul foglio quasi scompare. Poi, con la punta d'acciaio, gratta per ritrovare le linee nascoste. Scava, riporta alla luce. Lavora «per via di levare», come fanno gli scultori. «Alla fine di questi lavori - dice -la sensazione è quella che non sia più tu a guardare i palazzi, ma siano loro che guardano te».
Il disegno, nel frattempo, si è impossessato di Matteo Pericoli, come fosse un demone acquattato dentro di lui da sempre e finalmente venuto allo scoperto. In mostra ci sono anche le sue illustrazioni per giornali e riviste. Gran parte sono state realizzate per La Stampa e per l’inserto Ttl. Sono visionarie, leggere, incantate. C'e una fragola che contiene un limone e un libro da cui nasce una piccola chiesa. Anche qui compaiono città sognate, trasfigurate dalla fantasia, dal gioco: Palermo, Venezia, Ascoli Piceno. E Fiesole? Non è comparso in Pericoli il desiderio di disegnare un luogo così bello, non ha avuto la tentazione di confrontarsi con uno skyline così diverso da quello newyorkese? «Accidenti se mi è venuta voglia! E forse lo farò...».
«Infatti - aggiunge l’assessore alla Cultura e al Turismo di Fiesole Fabio Becattini, che ha voluto la mostra insieme col sindaco Fabio Incatasciato per rilanciare le attività all’interno dell’antica Basilica di Sant'Alessandro - a giugno faremo un workshop e speriamo che per quell'occasione Matteo disegni il profilo di Fiesole». Pericoli passerà così da una città in continua trasformazione, sempre diversa da se stessa, a un panorama quasi immutato da Ascoli. Ma non è detto che quest'ultimo sia più facile da conquistare, svelare, penetrare. Vedremo.

La mostra Matteo Pericoli. NewYork e altri disegni, organizzata dal Comune di Fiesole, e aperta alla Basilica di Sant'Alessandro in via San Francesco fino al 31 luglio. L'orario di apertura è dalle 11 alle 19 nei mesi di aprile e maggio e dalle 11 alle 21 a giugno e luglio. L'allestimento e la cura scientifica sono a cura della Fondazione Michelucci. II catalogo è edito della case editrice Quodlibet di Macerata e contiene i testi di AchilleVarzi e Gilberto Rossini, accompagnati da una nota dell'artista. Informazioni al numero 800 414240. www.comune.fiesole.fi.it.