Recensioni / Stefano Scodanibbio, Non abbastanza per me

È scomparso nel 2012 a Cuernavaca, in Messico, Stefano Scodanibbio, e di Messico si legge anche in questo libro pubblicato da Quodlibet, frutto della duplice cura di un filosofo come Giorgio Agamben a fianco di Maresa Scodanibbio. Trecento pagine per leggere da vicino taccuini e scritti di un compositore e contrabbassista italiano che per la musica e il suo strumento ha fatto moltissimo, lasciando un corpus di oltre cinquanta opere a suo nome. Ma assieme al musicista, all'interprete e al compositore, coesistevano in Scodanibbio l'uomo di pensiero e l'intellettuale. E questo libro di Quodlibet, ricco di materiale fino a oggi inedito, ne raccoglie scritti e taccuini redatti tra il 1977 e il 2011. Trecento pagine fitte di ricordi, di personaggi (da Luigi Nono a Giacinto Scelsi) di riflessioni e illuminazioni sulla musica e l'atto del fare musica. E assieme i luoghi, i più diversi viaggi, la genesi di opere e composizioni, i rapporti con protagonisti della vita culturale italiana - a partire da Edoardo Sanguineti e dall'esperienza di Postkarten - attraverso il flusso di un'esistenza interrotta troppo presto. «Le virtù, le ho utilizzate come ho potuto» scrive Scodanibbio in una delle sue sue ultime note, citando Marguerite Yourcenar. «Dei vizi, ho fatto buon uso»