Recensioni / Ora i Pericoli stanno a Manhattan

Disegnatori Tullio e il figlio Matteo
Ora i Pericoli stanno a Manhattan
Li accomuna il tratto un po' sognante. Con il quale il giovane architetto ha ritratto la Grande Mela.


“Ricordo che quando ero piccolo mio padre Tullio prendeva spesso carta e matita per farmi dei disegni. Ma, soprattutto, ricordo che non appena la matita iniziava a muoversi e il primo filamento compariva dalla sua punta, veni- vo preso da una travolgente allegria che si trasformava in un irresistibile impulso a ridere”. Così scrive Matteo Pericoli, classe 1968, disegnatore come il padre Tullio, classe 1936, nell'introduzione del suo ultimo libro New York e altri disegni (Quodlibet), in uscita a settembre.
Pericoli jr nel 1995, appena laureato in architettura al Politecnico di Milano, è partito per New York, per lavorare nello studio del celebre architetto Richard Meier. Lontano dall'Italia, dove suo padre disegnava per i giornali più importanti. E a New York Matteo ha disegnato tutta Manhattan, edificio per edificio, così come si vede dalla Circle Line, il battello che percorre il fiume Hudson, su quattro pannelli, lunghi 12 metri ciascuno; così nel 2001 è nato il suo primo libro, Manhattan svelata (Leonardo International). Poi l'ha ridisegnata dal punto di vista di Central Park e nel 2003 ha pubblicato i disegni, piegati in lunghissime fisarmoniche, nel suo secondo libro, Il cuore di Manhattan (Bompiani). Lasciata l'architettura, è ormai un disegnatore a tempo pieno per giornali e riviste, come suo padre. I suoi lavori sono stati pubblicati, fra gli altri, sul New York Times e sul New Yorker. Sta preparando una serie di immagini di Manhattan vista dall'interno dei grattacieli.
“il disegno” racconta a Panorama “per me è stato sempre un linguaggio naturale”. Che l'abbia appreso in casa si vede da un tratto un po' sognante che accomuna le opere di padre e figlio. Ma è meglio non chiedere ai Pericoli se si rendono conto di assomigliarsi. Matteo cambia discorso. Tullio nega ma dice: “Comunque mi piacerebbe se fosse così, ne sarei orgoglioso”.