Recensioni / La casa di cartone

Amore al tempo dei social. Un amore raccontato in prima persona plurale. Un “noi” che identifica una coppia senza nomi che si muove all’unisono, spinta da pulsioni dettate dai tempi, ma che sottintende una più ampia pluralità che è quella del popolo di facebook, dotato di una comune identità di azioni, pensieri, sentimenti. E così, la coppia che online si è creata, segue inconsapevolmente un’evoluzione prevista da una obsolescenza programmata: quello che consumiamo è fatto per distruggersi, per far posto a nuovi consumi. La coppia contemporanea è così, come i mobili dell’Ikea dove ogni giovane coppia contemporanea è destinata ineluttabilmente ad approdare. Così ogni capitolo prende il titolo da un mobile Ikea: Lack, la prima isola su cui la coppia approda nel consolidamento del suo rapporto, sostenuto da lunghe serate in compagnia delle serie Netflix, nuova droga dei nostri giorni. E poi Vinter, Mulig, e Ikea dicendo. Ogni momento della vita postato su Instagram, ogni emozione condivisa su facebook. Quanto è destinato a durare l’amore virtuale? La casa di cartone contiene tutte le risposte: romanzo breve, interessante, contemporaneo, fa uso di scelte stilistiche originali, si avvale di un andamento narrativo ritmico,incalzante, di una lingua che rifugge da ogni orpello, lineare e schematica. Proprio come un tavolino Lack. Vero specchio dei nostri tempi, è consigliatissimo ai giovani che vogliano prendere coscienza della propria realtà, e ai meno giovani che vogliano avere la bontà di provare a comprenderla.

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