Recensioni / Le Marche e il terremoto come catalizzatore di trasformazioni paesaggistiche e umane

Catastrofi naturali come trauma ma anche come acceleratori di processi antropologici, economici e urbani. E così anche il terremoto che nel 2016 ha sconvolto le Marche mettendo in crisi edifici, strutture e tessuti sociali, determinato spostamenti di comunità e alterazioni paesaggistiche e socioeconomiche: faglie che segnano le persone nei loro processi di rigenerazione e sviluppo.

Traumi e trasformazioni
È questo il senso di Terre in Movimento, un progetto promosso dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche in partnership con il MAXXI e l’Associazione Demanio Marittimo.Km-278, che racconta il paesaggio storico, umano e naturale sconvolto dal sisma di 3 anni fa attraverso lo sguardo di tre diversi artisti: il fotografo Olivo Barbieri, fra gli italiani uno dei più noti a livello internazionale, la video maker olandese Petra Noordkam e Paola De Pietri, emiliana residente a Londra, con all’attivo importanti esposizioni in Italia e in Europa. Opere presentate fino al 3 marzo nell’ambito della mostra «Terre in movimento - Sguardi d’artista per una Committenza sul paesaggio marchigiano» a cura di Carlo Birrozzi e Pippo Ciorra, con l’organizzazione e il coordinamento di Cristiana Colli e allestita nella Chiesa di San Gregorio Illuminatore già San Bartolomeo. Un luogo simbolico perché chiuso da decenni, la cui riappropriazione da parte dei cittadini era attesa da tempo.

Artisti e pubblicazione
Olivo Barbieri si è misurato con il cambio di scala – dall’alto dell’elicottero alla dimensione frontale, facendo di questa esperienza un ulteriore tassello che arricchisce la serie dei site specific; Paola De Pietri ha scelto il bianco e nero come cifra linguistica per i ritratti delle persone — bianchissime su fondo scuro – e le nuove edificazioni, sbancamenti compresi, le piastre e le opere infrastrutturali come scheletro intorno al quale ricostruire le comunità; Petra Noordkamp ha utilizzato il video, l’immagine in movimento per un’alternanza tra dettaglio e contesto che restituisce trame, forme e frammenti. Un corpus di opere ampio e strutturato reso possibile anche dalla disponibilità di una complessa infrastruttura di relazioni che ha accompagnato e consentito agli artisti di accedere alla quasi totalità dei luoghi: amministrazioni comunali, forze dell’ordine di diverso grado, volontari, imprese impegnate nella gestione ordinaria delle aree, autorità religiose e militari, funzionari delle soprintendenze impegnati nella messa in sicurezza e restauro, studenti delle università marchigiane. Un progetto che rappresenta un’ampia riflessione sulle trasformazioni e sulla prospettiva contenuta in queste dinamiche, nelle quali il paesaggio è il risultato del patrimonio culturale e di un patrimonio intangibile e di relazione senza il quale nessun modello di sviluppo potrà essere né pensato né Costruito, raccontato anche nella pubblicazione edita da Quodlibet, con testi di Carlo Birrozzi, Stefano Catucci, Pippo Ciorra, Cristiana Colli, Margherita Guccione, Emanuele Marcotullio.