Recensioni / La rivincita della Luna

Il 20 luglio di cinquant'anni fa la corsa allo spazio, apertasi ufficialmente con il lancio di Yuri Gagarin nello spazio, nel 1961, si chiudeva trionfalmente con la passeggiata lunare di Neil Armstrong e Buzz Aldrin, trasmessa in diretta televisiva mondiale.
La diretta in Italia rivoluzionò i palinsesti paludati della Rai di Bernabei e fu seguita dal pubblico su più di sette milioni di schermi televisivi: ottennero permessi speciali per vedere la Tv persino i detenuti di Regina Coeli. La trasmissione, condotta in studio da Tito Stagno, fu una vera e propria maratona che durò 28 ore, vide alternarsi un centinaio di ospiti e tenne sveglio mezzo Paese fino alle 4:56, l'ora in cui finalmente il modulo lunare toccò la superficie del nostro satellite.
Con la missione Apollo la Luna cessava di essere un argomento letterario e diventava un luogo raggiungibile dall'umanità, e poco importa se ben presto gli alti costi delle missioni e i cambiamenti politici avrebbero spinto gli Usa a rinunciare alle missioni lunari.
Le immagini della passeggiata lunare si impressero indelebilmente nelle menti di chi le poté vedere, in maniera molto simile alla catastrofe delle Twin Towers del 2001. Forse proprio per questo in pochissimo tempo cominciarono a circolare leggende urbane che evocavano complotti e imbrogli. Nel 1976, in risposta alle tante voci scettiche sullo sbarco, esce il primo libro sul tema: Non siamo mai andati sulla Luna dell'americano Bill Kaysing.
A partire dal libro si diffonde la nota teoria cospirativa secondo la quale il regista Stanley Kubrick avrebbe girato lo sbarco sulla Luna come un grande sequel di 2001: Odissea nello spazio, film che era uscito poco più di un anno prima. Non importa che un'abbondanza di prove scientifiche smentiscano i complottisti o che sia improponibile configurare un complotto che coinvolge contemporaneamente centinaia di migliaia di persone che collaborarono alle spedizioni lunari: il sublime delle grandi imprese porta con sé qualcosa di letterario e la finzione, tramite le leggende urbane, si prende la sua rivincita su una realtà così gigantesca nella sua portata da essere difficilmente assimilabile dall'essere umano.
La Luna ha sempre conquistato la fantasia degli umani fin dalla Preistoria, oggetto misterioso e cangiante nel cielo che ci ricorda il mistero della natura e il nostro sempre umano smarrimento. E così anche a tanti anni di distanza il nostro satellite rimane un obiettivo importante per i progetti scientifici umani. La Cina ha previsto di inviare nel dicembre 2019 la sonda Chang'è 5 per raccogliere campioni di suolo lunare, e riportarli a terra. Un'impresa mai più ripetuta dai tempi della missione americana Luna 24, nel 1976. L'India, con la sua sonda Chandrayaan 2, mira a inviare un rover sulla superficie del satellite. Russi, americani ed europei dell'Esa progettano di portare uomini su di esso in permanenza, anche come prima tappa per una possibile esplorazione di Marte.
Il rapporto con la Luna procede, insomma, nel nome della scienza e della conoscenza e la sua quieta desolazione non mancherà di ispirare slanci sublimi all'uomo anche per il nuovo secolo che ci si stende dinnanzi.