Classe 1941, Cristiano Toraldo di Francia è stato uno dei protagonisti dell'avanguardia radicale fiorentina fondando insieme ad Adolfo Naralini, dopo l'alluvione di Firenze del 1966, il Superstudio, con sede in piazza di Bellosguardo sulla collina a sud-ovest della città, da cui si abbraccia in uno sguardo l'intero paesaggio urbano. Forse questa privilegiata posizione panoramica, forse il nome propiziatorio del luogo hanno contribuito a sviluppare 'in estensione' la visuale interdisciplinare che Superstudio e Toraldo di Francia hanno saputo intraprendere da subito nell'ambito di un percorso di ricerca e di progetto che la mostra"Superarchitettura" del 1966 alla Galleria Jolly 2 di Pistola ha esplicitato in modo programmatico come 'passo iniziale' Inaugurata un mese dopo l'alluvione di Firenze, la mostra. autoprodotta, ideata e realizzata direttamente da Superstudio, come racconta Toraldo di Francia "prefigurava degli interni molto sensuali e colorati simili a quelli che avevamo cominciato a progettare nei nostri percorsi universitari e sui. quali volevamo continuare a lavorare Gli oggetti dovevano entrare nelle case addormentate della borghesia fiorentina e italiana come dei cavalli di Troia per stimolare lo stesso shock che in noi aveva provocato la visione dell'acqua all'interno dei monumenti fiorentini. Esattamente come era stato per l'alluvione, i nostri oggetti dovevano portare all'interno dell'universo in questo caso residenziale - tradizionalista una nuova figurazione [che] proveniva da una visione assolutamente realistica della merce e dei suoi linguaggi, sdoganati pochi anni prima dalla pop art super grafiche, colori nuovi e materiali alternativi [ ..]. Volevamo mettere in mostra un nuovo modo di vivere all'interno delle abitazioni" (La vita segreta del Monumento Continuo, Conversazioni con Gabriele Mastrigli, Quodlibet) Alessandro e Roberto Magris e Gian Piero Frassinelli nel 1979 si affiancano ai fondatori di Superstudio che estende l'opera di scardinamento delle verità razionaliste del Movimento Moderno alla scala dell'architettura e del paesaggio, rendendo operativo quello che Toraldo di Francia coltivava già durante la formazione universitaria' l'idea era quella che il progetto dovesse essere la regia di più sapevi e non potesse essere parcellizzato in una sorta di catena di montaggio dell'architettura L'introduzione del coinvolgimento emotivo all'interno del panorama dell'architettura e la contaminazione con le altre discipline presupponevano però l'ammissione che architettura arrivasse ultima in un universo progettuale e linguistico nel quale, dalla musica alla pittura, dalla fotografia al cinema, i passi erano già stati fatti bisognava solo prenderne atto e importare all'interno del progetto architettonico le esperienze acquisite' L'opera di 'destabilizzazione' del panorama domestico, il "fare seguire alla Forma la funzione simbolica, sono portati da Toraldo di Francia alla scala architettonica e territoriale già nella tesi di laurea dedicata a una Macchina per vacanze a Tropea (1967), dove il 'restauro della natura', nello specifico dello strapiombo costiero di arenaria assunto come 'muro intelligente; univa le istanze della toni art all'architettura. Sono i prodromi che si ritroveranno nel più conosciuto Monumento Continuo del 1969, dove il salto di scala costruisce "un'architettura che non comunica più nulla, che diventerà addirittura riflessa, e che è pura quantità". Il salto di scala, il meccanismo che permette in modo programmatico di affrontare ogni dimensione progettuale (dall'oggetto all'arredo, dall'architettura all'urbanistica) è risolto nella codificazione dell'istogramma (diagramma tridimensionale) che si concretizza nella griglia di 3 x 3 cm, assunta come matrice astratta per svi:uppare ogni avventura progettuale (memoria dì questo programma si trova ancora nella serie Quaderna per Zanotta). 1;istogramma diventa così la superficie-strumento per affrontare in modo concettuale e operativo la condizione progettuale, dove "l'ambiguità rimane uno dei pochi punti fermi della cultura contemporanea. solo dall'ambiguità, dalla non soluzione, dalla pluralità delle possibili letture, nasce la tensione necessaria a mantenere l'opera aperta e in progress'; come affermava Superstudio («Domus», ottobre 1969). Una 'tensione' che Cristiano Toraldo di Francia ha portato sempre con sé anche dopo lo scioglimento di Superstudio nel 1978 e negli ultimi anni di lavoro nelle Marche, dove è stato tra i fondatori della prima Facoltà di Architettura all'Università di Camerino. Qui il tema della superficie come elemento legante, meccanismo attivante interdisciplinarità sinergiche, è affrontato nell'esperienza Ri-vestire in cui Toraldo di Francia ha riunito architettura, design e moda; è la Supersuperficie portata dalla dimensione mentale della mostra del 1972 al MoMa di NewYork a quella della scala del corpo umano. Da cui tutto ha inizio.